Fonte: Il Mattino
di Anna Maria Boniello
LO SCONTRO La tassa di sbarco va ad affollare le cronache di questa calda e strana estate caprese. A far scendere in campo il Comune, è stata la sentenza della Commissione tributaria provinciale, che ha accolto solo parzialmente il ricorso presentato da una società di charter Sorrento Luxury che opera tra la penisola e Capri. Il motivo del contendere era la legittimità e la congruità del diritto di sbarco che la società doveva versare nelle casse del Comune di Capri.
IL RICORSO Immediata è scattata la reazione del Comune che ha attivato gli strumenti legali per opporsi alla sentenza. Ad annunciare l’ opposizione è l’ assessore al Bilancio Salvatore Ciuccio, da sempre favorevole all’ applicazione della tassa di sbarco. Un pedaggio che venne istituito nel 2012, che sostituì la tassa di soggiorno e che è dovuta da ogni turista che mette piede sulle banchine di Marina Grande. «La sentenza emessa dalla Commissione tributaria – spiega Ciuccio – accoglie parzialmente il ricorso e non mette in discussione la validità del regolamento, ma si ferma solo alla congruità di quanto la Sorrento Luxury dovrebbe versare». Infatti, sostiene il Comune, nelle motivazioni viene rilevato che le illegittimità evidenziate non possono essere avanzate, non essendo la Commissione il giudice naturale per esprimere eventuali vizi di illegittimità sul regolamento. «Ci sembra assurdo – osserva Ciuccio – che la società che ha eseguito 306 viaggi debba pagare la tassa di sbarco solo per 306 persone; ciò vale a dire che per ogni viaggio abbia trasportato a Capri un solo passeggero. Questo è un quadro inverosimile. Inoltre voglio precisare che in casi analoghi altre compagnie si sono viste rigettare in toto il ricorso e la commissione le ha condannate a pagare le spese legali al Comune di Capri».
Il Comune intende far valere le proprie ragioni, chiedendo quanto gli spetta «perché non si riesce a capire come il giudice, dopo aver accertato che ci sono stati 306 attracchi della Sorrento Luxury, che può trasportare fino ad un massimo di dodici passeggeri, possa stabilire che su ogni corsa abbia viaggiato un’ unica persona». Quindi la somma che la società dovrebbe versare nelle casse comunali, secondo il giudice, dovrebbe ammontare a poco meno di 800 euro laddove agli uffici comunali risulta che l’ importo da versare ammonterebbe a circa 4590 euro. Il Comune quindi non ci sta anche perché la tassa di sbarco sin dal 2016 è stata inserita nella legge finanziaria e destinata ai comuni per migliorare i servizi turistici e l’ habitat ambientale. Negli ultimi bilanci, grazie al contributo di sbarco, sono entrati circa tre milioni nelle casse di Capri e circa due milioni in quelle di Anacapri, cifre importanti che vanno ad implementare servizi essenziali quali la pulizia delle strade e servizi turistici aggiuntivi.