Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Salotto del mondo chiuso, strade dello shopping deserte e boutique ancora in work in progress, solo qualche caprese doc rigorosamente in mascherina che gira per la spesa, il porto di Marina Grande libero dagli assalti e niente file e resse per conquistare un posto sui mezzi di trasporto che circolano lungo arterie stradali da scenario di qualche decennio fa. Stagione 2020, maggio inoltrato sull’isola azzurra che di questi tempi lo scorso anno faceva i conti con 10mila sbarchi quotidiani e un dibattito sempre aperto sulla necessità di numero chiuso e arrivi contingentati per un territorio che rischiava di scoppiare. Basta con l’invasione di gruppi e comitive, occorre il conta persone e doppio turno per un’isola vivibile. Ora, invece, al centro del tavolo sul turismo incentivi e politiche di promozione, tentativi di ripartenza con strategie di marketing finalizzate all’avvio di una macchina turistica rallentata dalla pandemia e dalla fase due che non vuol dire liberi tutti ma il finale è ancora tutto da scrivere. «Venghino signori venghino», insomma, per un’isola che aveva fatto insieme a Venezia ed altre località del contrasto ai troppi sbarchi la battaglia epocale. E tra slanci entusiastici di chi non vede l’ora di riaprire e chi, invece, non sa come, cosa e quanto programmare per la stagione turistica più strana di sempre, la terra eletta a dimora vacanziera dall’imperatore Tiberio si prepara alla sfida del secolo e rinverdendo i fasti proprio del suo primo turista, il più importante cittadino della Roma antica di duemila anni fa, si butta nell’arena pronta a lottare come fecero i gloriosi ed eroici gladiatori dell’epoca che incoronò Capri a isola preferita degli eletti dell’impero più importante della storia. Tra le iniziative, nelle scorse ore, The luxury world of Capri, un nutrito gruppo di operatori soprattutto del commercio e della ristorazione del centro di Capri ha incontrato i vertici politici di Capri, sindaco Marino Lembo in testa. Aziende di prima classe, marchi di prestigio, imprese d’eccellenza locali, uniti sia nel riconoscere l’abilità di gestione della fase acuta dell’epidemia e a tenere sino a questo momento l’isola praticamente indenne dal virus, sia nel chiedere a gran voce supporto per aprire la stagione turistica nel miglior modo possibile, salvaguardando posti di lavoro e immagine di Capri. La strategia è chiara, l’isola non si chiuderà a riccio, ma aprirà in sicurezza e sottoponendo a controlli seri e severi chi farà rotta verso i Faraglioni. Misure di sostegno fiscale e supporto fattivo, però, verranno riconosciuti in primis agli imprenditori coraggiosi, coloro i quali si metteranno in discussione e riapriranno i loro battenti nel prossimo mese, quello di giugno, che da queste parti, se nulla come si spera dovesse cambiare, sarà la data della rinascita, della ripartenza, della Capri che accoglie ospiti e turisti con servizi pronti ed operativi. Incentivi anche per le attività produttive di Anacapri. Per la fase due, infatti, e la graduale riapertura delle attività commerciali, l’amministrazione del comune alto dell’isola azzurra ha incaricato l’assessore Virginia Amabile di studiare una proposta, da sottoporre alla giunta comunale, per incentivare quegli esercenti che occupano il suolo pubblico. «Viste le attuali norme di distanziamento sociale hanno spiegato dalla Lista Anacapri il gruppo politico dell’attuale maggioranza comunale gui data dal sindaco Alessandro Scoppa e dal vice Franco Cerrotta – l’intenzione è quella di concedere gratuitamente maggiore suolo agli esercenti e di esonerarli dal pagamento di quota parte del canone in corso, così da favorire e sostenere le riaperture garantendo nel contempo la sicurezza di lavoratori e clienti».