Fonte: ilmattino.it
di AnnaChiara Della Corte
«Il mare immenso è coppa di rosea rugiada, senz’orlo», da questo verso de I Canti dell’Isola (grido d’amore per Capri di Ada Negri) prende vita il titolo della prima personale campana di Roberto Maria Lino , il promettente artista che ha presentato al primo piano di Villa Lysis , in quelle che un tempo erano le stanze del barone Fersen e del suo amato Nino Cesarini , una serie di lavori inediti. Intrecciando tessuti, forme marine e memoria personale, Lino cuce insieme tele di scarto realizzando una trama complessa che restituisce storie di vita, di viaggi, di radici e legami connessi ai suoi ricordi. «Di mare e il suo orlo» esplora le potenzialità del tessuto come mezzo espressivo . Ogni opera diventa un racconto visivo, una metafora del percorso di crescita dell’artista e del suo rapporto con il Mediterraneo e le emozioni ad esso connesse. Le opere esposte, come la serie “Mare cinereo” , evocano il ricordo di un mare oscuro e viscerale, rosso, sanguigno, lontano dalla rappresentazione paesaggistica romantica. Questo processo di rielaborazione si esprime sia nel lavoro lento e meticoloso del cucire a mano, sia trattando i tessuti nell’acqua di mare. Le installazioni tessili, così come le sculture in filo, risolvono la bipolarità espressa nel titolo: da un lato, la vastità incerta del mare; dall’altro, il confine noto e definito. La mostra, visitabile fino al 22 luglio , è metafora del percorso di crescita dell’artista che reinterpreta l’immagine della Negri e ne ribalta il senso, rappresentando il mare con il tessuto e tracciando un orlo che definisce un suo conflitto personale risolto. Nella lavorazione a mano dei tessuti , l’artista trasmette quella ricerca terapeutica di elaborazione del proprio vissuto . L’uso sperimentale del sale marino, in tal senso, enfatizza tale metodologia. La salsedine è qualcosa che non vediamo disciolta in acqua, ma si svela lasciando traccia sulla nostra pelle. Il sale, infatti, ha un potere trasformativo: corrode, modifica, irrita, disinfetta. Metaforicamente, i tessuti vengono immersi nel mare, tinti e decolorati . Così Lino , con le sue opere, mostra come ogni evento, anche il più insignificante, possa lasciare una traccia indelebile nelle nostre vite. Il progetto, patrocinato dalla Città di Capri e dal Principato di Monaco, a cura di Collettivo Zero, è stato organizzato da Apeiron, Associazione Culturale affidataria della villa-museo, e presentato nell’ambito della rassegna Palcoscenico Lysis.