Da Redazione
L’Overtourism affonda Capri
Ormai non si può più parlare di Over-Tourism, l’isola è entrata in tilt a causa del perfetto ingranaggio che ormai si è bloccato e rischia di trasformare completamente la fisionomia di Capri che è stata sempre considerata la perla del Mediterraneo per il suo perfetto sistema di accoglienza ed ospitalità. Ora queste parole possono essere cancellate per sempre se non si trova un rimedio risoluto capace di distribuire i flussi turistici evitando il caos per strada, il sovraffollamento sui mezzi pubblici ed anche le interminabili code di persone che si formano agli stazionamenti di taxi dove è impossibile trovarne uno libero perché molti prenotati, autobus, funicolare, biglietteria, sino alla calca di persone che si scontrano in arrivo e in partenza sui moli e le banchine del porto commerciale di Marina Grande. Ieri nella prima domenica post-ferragosto Capri ha toccato il suo punto più basso facendo superare ogni limite e mostrando per la prima volta una cartolina inedita, quella di decine di turisti giornalieri che forse non sapevano nemmeno di trovarsi in una delle strade più eleganti di Capri, in Via Vittorio Emanuele, la strada dello shopping griffato seduti a consumare la loro colazione a sacco sul gradini di ingresso delle boutique che ormai arrese avevano calato le loro serrande, e attoniti da simili episodi avevano preferito chiudere i loro negozi. Intanto a Marina Grande continuavano a sbarcare mezzi e continuavano ad allungarsi le code agli stazionamenti dei mezzi pubblici, dovuto all’arrivo di jet, aliscafi, traghetti che provengono da ogni località limitrofe, da Napoli, penisola Sorrentino, costiera amalfitana, e da qualche giorno addirittura da Sapri. Tutto ciò, tutto il movimento che si concentra nella mattinata dalle otto del mattino alle quattordici sta facendo collassare l’isola, affollando le strade pedonali e mandando in tilt anche il traffico veicolare, le uniche tre strade che collegano il porto con Capri, Anacapri e Marina Piccola. E nonostante le ordinanze di divieto firmate dal sindaco Marino Lembo negli ultimi giorni il caos in questo fine settimana si è ripetuto, con attese che toccano i 60 – 70’ minuti per poter salire sulla funicolare e su un mezzo pubblico e raggiungere Capri ed Anacapri. Dagli uffici delle società di trasporto: ATC e Funicolare hanno precisato che le file non solo a loro imputabili, tanto che il capo movimento ha dichiarato che: “Ogni 10 minuti mandiamo bus a Marina piccola che spesso sono bloccati nella percorrenza dal traffico dovuto a taxi o da macchine private. Sui nostri pullman inviati dalla Regione possono entrare 22 passeggeri, sui nostri ATC ne possono trasportare 30, mentre per il percorso per Anacapri il problema del traffico si fa sentire di più in quanto nel percorso si trovano anche camion e più macchine private e quindi si rallenta la corsa, cosa che prima nel passato non succedeva. Apriamo alle 5 del mattino – continua il Capo Movimento – e chiudiamo alle 2 di notte. Gli orari poiché siamo mezzi pubblici sono pubblicati ed esposti così come prevede il regolamento, per le file quindi la responsabilità va ricercata altrove”. Per quanto riguarda la Funicolare di Capri “il servizio viene effettuato con la prima corsa del mattino alle 06:25 ed intima corsa alle 22:45 in concomitanza con L’arrivo della nave delle 21:35 da Napoli. Durante la giornata nelle ore di punta effettua un corsa ogni 7 minuti tra tempo di percorrenza e carico/scarico dei passeggeri con una portata oraria di 640 persone ora, ed anche in questo caso le code che toccano decine e decine di minuti non sono dovuti a nostre inadempienze”. Intanto il Sindaco ha scritto alle autorità preposte sul problema riguardante l’osservanza al diritto alla continuità per residenti sull’isola di Capri e il presidente della della delegazione caprese dell’Unione Nazionale Consumatori Teodorico Boniello ha denunciato il fenomeno dilagante dell’overtourism “Che ha paralizzato di fatto la fruizione dei servizi pubblici prevalentemente per i cittadini isolani e pendolari, costretti a lunghe file e numerosi disagi anche per spostamenti per motivi di lavoro e di salute sia via mare che via terra. Paradossale si tratta di una grave restrizione e limitazione dei diritti costituzionali, come mobilità e continuità territoriale, diritti calpestati” Ed infine per quanto riguarda il trasporto marittimo il protocollo e le quote riservate ai residenti, i comuni dovrebbero dare incarico ad un legale e chiedere giudizialmente l’adempimento degli accordi sottoscritti. Se le compagnie risultano inadempienti, possono chiedere anche i danni”.