Anna Maria Boniello Capri. Il papà ha insistito a lungo con gli uomini della Capitaneria di Porto: «Fatemi guardare, mio figlio stanotte non è rientrato». I militari per un attimo hanno sollevato il velo che copriva il corpo senza vita ripescato nelle acque di Cala del Rio. E l’anziano è subito scoppiato in lacrime: «Sì, è mio figlio». Una scena drammatica. E così è stato subito identificato quel corpo avvistato in mare all’alba da un pescatore: Marco Parlato, 31 anni, di Anacapri, lavoratore in un deposito di bibite. Ignote al momento le cause del decesso. Secondo un primo esame esterno del cadavere, non ci sarebbero segni di violenza né ferite sul corpo. Indagini sono in corso da parte dell’ufficio circondariale marittimo di Capri guidato dal tenete di vascello Dario Gerardi. Il magistrato ha disposto l’autopsia. In un primo momento si pensava che il cadavere rinvenuto nelle acque di Cala del Rio potesse essere di uno dei due pescatori scomparsi in mare da Borgo Marinaro di Napoli l’8 Dicembre. Poi, la verità. Marco Parlato in passato aveva avuto problemi legati alla droga, ma che negli ultimi tempi si era dedicato alla pesca d’altura ed era solito occuparsi della cura del vasto appezzamento di terra intorno alla sua abitazione che si trova sulla strada della Grotta Azzurra. E potrebbe essere stata proprio questa la causa che ha portato il giovane all’imbrunire di martedì ad avventurarsi in uno dei sentieri impervi che si trovano intorno agli antichi fortini di avvistamento sul ciglio del costone, una caratteristica di quella parte dell’isola. Secondo le prime ipotesi degli inquirenti il giovane potrebbe essere stato vittima di un banale incidente per aver probabilmente messo un piede in fallo.

















