Fonte: ANSA.it
Già avevano chiuso botteghe artigianali di sandali e camicie
(di Annamaria Boniello) Continua, inesorabile, la trasformazione del tessuto sociale e produttivo dell’isola di Capri. Dopo la scomparsa, a causa delle alte richieste di fitti, delle caratteristiche botteghe artigianali che producevano sandali in cuoio e camicette in seta o cotone che hanno fatto sì che nascesse la ‘moda Capri’. Chiude i battenti per sempre ‘Buca di Bacco’, lo storico locale in via Longano, nella strettoia della Capri antica che rasenta le mura di fortificazione che dalla Piazzetta, famosa in tutto il mondo, introducono nel centro. A darne l’annuncio della chiusura con un post sui social, che è diventato immediatamente virale tra lo sconcerto di tutti i capresi, sono stati gli stessi attuali gestori Letizia e Vincenzo, che hanno descritto la situazione con parole semplici ma accorate alla loro clientela abituale. “Dopo 21 anni di intensa e gratificante attività, è con grande rammarico che annunciamo la chiusura della nostra azienda. Vogliamo ringraziarvi di cuore per il supporto e la fiducia che ci avete accordato nel corso degli anni. È stato un viaggio straordinario, reso possibile grazie a voi. Vi auguriamo il meglio per il futuro”. Ma ‘Buca di Bacco’ non era un semplice ristorante – pizzeria ma già dall’inizio della sua apertura nel secolo scorso il ritrovo preferito di un mix di habitué italiani e stranieri che frequentavano quel locale – antro per gustare la pizza e deliziare il palato con il nettare delle vigne di Capri. Tra i clienti famosi Renato Caccioppoli lo scienziato matematico napoletano in compagnia dei suoi amici capresi e non e tra questi Leo Aloisio, anch’egli matematico ma anche appassionato d’arte. Con la chiusura della ‘Buca di Bacco’ va via non un locale ma un pezzo di storia dell’isola che man mano sta subendo una lenta trasformazione. Secondo i residenti storici dell’isola se non si pone freno si rischia una deriva inesorabile. Qui come in altri posti, sta esplodendo il problema abitativo con le case trasformate in B&B e i giovani capresi costretti a lasciare la propria isola alla ricerca di un lavoro e di una casa a costi non proibitivi. “Per questi motivi ed altri ancora Capri – scrive un residente, uno dei tanti che lanciano l’allarme su quanto sta avvenendo negli ultimi anni sull’isola azzurra – non sarà più l’isola che incantava poeti, artisti e viaggiatori del grand tour ma una Disneyland mordi e fuggi che puoi portare via in un’immagine con un click del telefonino, senza fotografarne la sua anima e la sua storia”.


















