Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Crollano gli assi esplode un giovane nella più drammatica edizione della Capri-Napoli. Il giovane caprese Serena è primo degli italiani . Questo uno dei titoli che negli anni Sessanta i quotidiani dedicavano a Ottavio Serena, che nei giorni scorsi, a ottantadue anni è stato salutato per sempre dalla sua isola. Ottavio Serena, U’ Campion, è stato un grande protagonista del nuoto, della Capri-Napoli e di tante altre importanti gare in acqua, dalle competizioni a Rimini sino a quelle in Sicilia, affrontate negli anni Sessanta che gli fecero conquistare insieme a tanti trofei, come quello di più volte campione della Doppia Traversata del canale di Procida anche lo scudetto morale di grande promessa del nuoto italiano e di protagonista di un’impresa. E il titolo di cui sopra, quello di primo italiano in un’edizione degli anni Sessanta della storica maratona in acqua tra l’isola azzurra e il capoluogo partenopeo, è il tributo ad un uomo eccezionale ed uno sportivo che meritava la ribalta dei grandi nuotatori. Una gara che passerà agli annali come una delle più difficili di sempre e durante la quale i campioni mollarono, i divi si ritirarono, mentre a tagliare coraggiosamente il traguardo, a non arrendersi, testa bassa e pedalare, conquistando anche la palma di primo nuotatore italiano, ci pensava Ottavio Serena. Un’impresa eccezionale, leggendaria, il re di Capri come venne celebrato sui giornali, per un uomo che praticava nuoto per passione, e che militava nell’Enal Dopolavoro Capri. Ottavio è sempre stato una persona schiva, che rifuggiva dai riflettori e si dedicava con eguale passione e caparbietà alla missione di famiglia, quella dell’arte bianca, figlio e nipote di una generazione di fornai e panettieri inimitabili e ineguagliabili, ed alla sua passione personale, quella per il nuoto, portata avanti con impegno e serietà, con la forza di quei capresi semplici e perbene che mettono il cuore nelle cose. Ottavio insieme al cuore, ci metteva quei suoi possenti polmoni, quel fisico straordinario, che unito a tanto allenamento, da autodidatta, senza trainer e manager, senza il team che oggi accompagna i campioni, lo portava, comunque, ad essere un campione. E’ un giovane che nuota in una maniera molto semplice scrivevano di lui – il cui stile non è quello dei grandi fondisti ma la cui forza di volontà ed il cui spirito di sacrificio sono eccezionaliOggi Serena è fra le speranze del nuoto italiano su grande distanza. Un campione letteralmente fatto in casa, senza la tv, gli autografi, il seguito che oggi hanno divi, spesso meno bravi e fuoriclasse di come invece era in realtà Ottavio, seguito solo dalla barca dei pochi fidati amici-tifosi che portavano a bordo oggetti bianchi, come i piatti usa e getta, da gettare in acqua per allontanare squali e pescecani, escamotage genuini e geniali che si utilizzavano un tempo. Ottavio Serena darebbe l’anima al diavolo pur di potere partire da Marina Grande ed arrivare tutto solo a via Caracciolo tra il tripudio dei napoletani, di notte Serena sogna: sogna il mare azzurro e le due rive, quella di Capri e quella di Napoli, vicinissime, tanto vicine da poterle toccare con un paio di poderose bracciateOttavio ha 21 anni e durante tutto l’anno lavora duramente nella panetteria paterna a Capri. Questo nei tanti ritagli dei giornali dell’epoca, nella ricchissima rassegna stampa, custodita gelosamente e riservatamente tra i ricordi di casa, di una vita trascorsa nella discrezione e nell’onestà, nella straordinaria semplicità di un marito e di un padre esemplare prima, e poi nonno che si dedicava alla sua adorata famiglia ed alla sua fede calcistica per il Torino. Cittadino benemerito di Capri, conferimento ufficiale che si riconosceva negli anni scorsi agli isolani particolarmente meritevoli, da qualche giorno Ottavio Serena ha lasciato per sempre la sua isola, quello scoglio dal quale si tuffava per realizzare il suo sogno, raggiungere prima di tutti le acque di Napoli, per una gara dove come testimoniato dalla grande stampa dell’epoca (Un fornaretto a tu per tu con i campioni come recita un altro ritaglio di giornale) è stato più campione dei campioni, vero vincitore, senza mollare mai, forte e caparbio come un toro, come il suo Toro