Fonte: Il Mattino
di Anna Maria Boniello
L’incubo delle demolizioni degli immobili abusivi si profila nuovamente all’orizzonte e irrompe di nuovo ad Anacapri. Attraverso un accorato appello mercoledì pomeriggio, poi rilanciato in rete, una famiglia anacaprese ha chiamato a raccolta amici, familiari, tecnici e componenti del Comitato per il diritto alla casa-Isola di Capri chiedendo di aiutarli ad auto-demolire la propria abitazione prima dell’arrivo delle ruspe. «È una questione umanitaria, venite a dare una mano»: questo il messaggio fatto girare e che è stato raccolto da decine e decine di isolani che hanno partecipato all’auto-abbattimento dell’abitazione, che si trova nella zona della Migliera, una località molto lontano dal centro abitato, presente anche il vicesindaco Franco Cerrotta che nei dieci anni precedenti ha indossato la fascia di primo cittadino.
LA POLEMICA «In un momento storico dove tutto si rallenta – dice Cerrotta – e si ferma per far fronte all’emergenza Coronavirus gli abbattimenti continuano senza colpo ferire. Sentenze che si trascinano da più di venti anni improvvisamente non si possono fermare dieci giorni per attendere che la Soprintendenza possa esprimere il proprio parere su un immobile che ci tengo a ribadire con determinazione era oggetto di condono del 1994». La casetta, semi-prefabbricata, era stata costruita oltre trenta anni fa, infatti, ed era oggetto di condono, quindi secondo il Comune sanabile a tutti gli effetti poiché era già passata al vaglio della commissione edilizia ed ambientale ed in attesa del parere della Soprintendenza. Già il giorno precedente all’auto-abbattimento il sindaco di Anacapri aveva inviato una lettera al Prefetto al fine di rinviare il provvedimento di esecuzione che era stato impartito dalla Procura ed evitare la demolizione perché, in un periodo di emergenza come quello attuale, è difficile reperire una nuova abitazione per ospitare la famiglia oggetto del provvedimento. «La famiglia che si trova senza un tetto si rivolgerà all’amministrazione comunale per chiedere una sistemazione abitativa. Reperire abitazioni per ospitare le famiglie oggetto di demolizioni della propria ed unica casa non è cosa semplice, in un territorio così limitato come la nostra isola» aveva scritto il sindaco Scoppa.
LA LETTERA APERTA Ieri pomeriggio l’amministrazione comunale di Anacapri in una lettera aperta diffusa alla cittadinanza ed alle istituzioni ha espresso tutto il proprio rammarico pronunciando parole forti. «Lo Stato Italiano ha perso si legge nella nota – e con esso tutti noi che ne facciamo parte: amministratori, cittadini, politici, magistrati, funzionari. Ripetiamo, perché c’è dell’incredibile, quasi del grottesco, in tutto ciò: un immobile oggetto di condono è stato abbattuto. Non un immobile totalmente abusivo, ma un immobile oggetto di condono e quindi sanabile a tutti gli effetti e quindi assolutamente legittimo». E con gli occhi ed il cuore gonfi di dolore una famiglia composta dalla nonna, la coppia marito e moglie e due bambini hanno dovuto abbattere loro stessi la casa dove hanno vissuto tanti anni, per non dover pagare ad un’impresa esterna di decine di migliaia di euro per la demolizione.


















