Fonte: Metropolis
di Elena Pontoriero
Organizzato il volo di rimpatrio per gli italiani dimenticati in Kenya, la speranza sarà quella di salire a bordo dell’aereo il prossimo 9 maggio. Ma non per tutti e neanche gratis. Facendo quasi una staffetta per prenotare i biglietti ci sono Diana Santoro e Fabiano Gaeta, insieme ai loro bimbi, che da 50 giorni sono bloccati sulla costa africana, dimenticati da tutti. «Se riusciremo a imbarcarci? Chissà», dice Fabiano Gaeta, titolare insieme alla moglie di una tabaccheria in via Quisisana a Capri. L’isola azzurra resta ancora una meta lontana per la famiglia di naufraghi sopravvissuti in un villaggio turistico quasi deserto, con scarsi servizi elettrici e idrici. Due giovani genitori costretti a doppio stress, per un rientro in Italia, e a Capri, che si è trasformato in un incubo. Disposti anche a pagare il prezzo più alto del biglietto, pari a 1.690 euro a persona in business class pur di rimettere piede in Italia. Più fortunati se riusciranno a prenotare i 4 posti in Economy al prezzo di 990 euro a persona, o anche nella classe Premium fissata a 1.240 euro ma sempre a passeggero. Ora la vacanza non è più quella programmata a fine febbraio, quando la famiglia Gaeta-Santoro era atterrata a Mombasa per trascorrere un mese in pieno relax. Poco è durata la spensieratezza in uno dei paradisi africani più rinomati. La pandemia è arrivata prima ancora che la famiglia, e i bambini di 5 anni e 19 mesi, potessero organizzarsi velocemente per il rientro. «La compagnia ci aveva sempre assicurato il volo di rientro in Italia, almeno fino all’inizio di marzo. Poi senza neanche preavviso abbiamo scoperto che il volo era stato cancellato. Inutili tutti i tentativi di ritornare in Italia, anche facendo un giro più lungo», aveva raccontato Diana Santoro. «I nostri bimbi vogliono tornare a casa e ci chiedono perché non possiamo prendere l’aereo», dice la commerciante di Capri. Una domanda che è rimasta senza risposta per 50 giorni, fino alla beffa arrivata ieri dall’Ambasciata italiana, che ha programmato il primo volo per sabato prossimo con la compagnia di bandiera Alitalia. E se gli altri Paesi hanno provveduto a loro spese al rimpatrio dei connazionali, l’Italia, invece, ha presentato il conto a chi per 50 giorni si è dovuto arrangiare all’estero, trovando riparo già a proprie spese. Un viaggio che, per esempio, per la famiglia Gaeta-Santoro ha un prezzo alto, sia anche per le condizioni psicologiche aggravate da stress e paura. Insomma, l’Italia non ha fatto una bella figura, tenendo conto che tra i 500 connazionali ostaggio in Kenya ci sono anche tanti bambini. Anche per i piccoli non è stato riservato nessun trattamento di favore, per il volo di rimpatrio previsto per il 9 maggio in partenza d a Mombasa e diretto a Roma Fiumicino. Senza nessuna scontistica prevista, infatti, i bambini fino ai 2 anni non compiuti pagheranno soltanto il 10% equivalente all’assicurazione, mentre dai 2 anni ai 12 anni non compiuti pagheranno il 50% del biglietto, secondo le tariffe stabilite. Ancor più assurdo che, fino a ieri pomeriggio, i biglietti non erano ancora acquistabili on line, tant’è che Fabiano Gaeta si era detto preoccupato: «Sarà una lotteria, una corsa al biglietto. Non hanno detto quando sarà possibile acquistarli e ogni 10 minuti siamo costretti a controllare il sito dell’Ambasciata». Un click vitale e chi prima ci riesce allora potrà imbarcarsi tra una settimana e ritornare in patria. Ma atterrati a Roma non sarà lo stesso semplice, ma almeno si potrà parlare la stessa lingua e respirare l’aria di casa.