Fonte: www.ilmattino.it
di Mariano Della Corte
Ultimo appuntamento della stagione Un’estate per sognare a Villa San Michele. La casa museo del medico e scrittore svedese Axel Munthe, guidata dalla soprintendente Kristina Kappelin, si rivela sempre più polo culturale dell’isola di Capri, registrando per l’anno 2019 un incremento di presenze superiore al 35% per gli eventi in cartellone. Domani sera 14 settembre alle ore 20, nell’antica cappella, andrà in scena L’ultimo grido (Sista Skriket), un’opera teatrale di Ingmar Bergman interpretata dall’attore Orlando Cinque, con interventi storici di Vincenzo Esposito. Scritta negli anni novanta, in occasione del restauro del film Nattigla Tonerdel regista del cinema muto svedese Georg af Klercker, in Sista Skriket Bergman immagina un incontro tra il regista Klercker e Charles Magnusson, produttore e direttore della Svensk Filmindustri, la più grande compagnia cinematografica scandinava del periodo. Un incontro a tratti drammatico e a tratti divertente durante il quale il regista chiede insistentemente al magnate di offrirgli la possibilità di ritornare a lavorare per lui. Bergman fa ricorso a un registro ironico e poetico allo stesso tempo, con un ritmo incalzante, e nel descrivere le ambizioni e la disperazione di Klercker ci fa immergere, tra finzione e realtà, nella cosiddetta età dell’oro del cinema svedese. Dal flusso di coscienza di Klercker e dal silenzio assordante di Magnusson riecheggiano le voci dei grandi esponenti di quella felice stagione filmica (Victor Sjöström, Mauritz Stiller, Selma Lagerlöf), a cui Bergman deve molto; il suo cinema è stato, in fondo, il prolungamento di quel periodo di esplosione artistica e di grande sperimentazione. Dalle descrizioni denigranti che Klercker fa di Sjöström e Stiller in Sista Skriket sembra quasi che la volontà di Bergman sia quella di abbassare la luce su di loro, invece è proprio così che li riporta a noi: lo fa per indurci a vedere in profondità, liberati da maschere illumina i volti, svelandoci sempre una luce umana che ci rende simili nel buio e nel silenzio. L’ultimo grido è un testo inedito e tradotto per la prima volta in italiano dagli studenti del laboratorio di traduzione di svedese, dell’Università di Napoli L’Orientale coordinati dalla professoressa Maria Cristina Lombardi per l’anniversario di Bergman 100.