Fonte: marieclaire.it
Di Nicolo Zanoncelli
Gesto d’amore di uno scrittore nei confronti di una delle località più suggestive del Sud Italia e dimora di assoluto pregio architettonico. Villa Malaparte Capri riesce ad ammaliare chiunque si trovi a passeggiare (o navigare) nelle sue vicinanze grazie alle sue linee essenziali, ai muri in rosso pompeiano e alla suggestiva posizione solitaria in cima a uno sperone roccioso. Conosciuta come uno dei più grandi misteri dell’isterraola poiché mai aperta al pubblico, la tenuta deve la sua notorietà anche alle numerose apparizioni sul grande schermo. Il cinema l’ha infatti resa un simbolo inconfondibile e una delle architetture italiane più rappresentative della fine degli anni Trenta.
La storia di Villa Malaparte Capri
Villa Malaparte Capri nasce dal profondo legame tra Curzio Malapartee l’isola partenopea, località che lo scrittore visitò per la prima volta nel 1936 facendo visita all’amico Axel Munthe. In quell’occasione, infatti, decise di acquistare un terreno su Punta Massullo e di sfruttare l’amicizia con Galeazzo Ciano, al tempo Ministro degli Affari Esteri, per ottenere la licenza edilizia.
Malaparte poté così dare il via al cantiere di edificazione affidando i lavori ad Adolfo Amitrano, capomastro che diresse la realizzazione della dimora per due lunghi anni tra il 1938 e il 1940. Il progetto, invece, fu proprio dello scrittore, il quale disegnò ogni ambiente della tenuta in modo che la villa potesse avere un carattere solitario e appartato come quello del suo proprietario.
Nacque così una struttura semplice ispirata alle abitazioni locali, dove è evidente l’influenza del razionalismo e delle innovazioni di Le Corbusier. Osservato dall’esterno, l’edificio mostra volumi semplici e squadrati a forma di parallelepipedo, con un tetto a terrazza che ricopre l’intera superficie superiore. Internamente, invece, è presente un grande salone con quattro finestre che incorniciano il paesaggio, uno studio, una camera da letto e un appartamento per gli ospiti.
Il disprezzo: il primo film girato a Villa Malaparte
Data la sua particolare posizione a picco sul mare e l’incredibile fascino di un’architettura al contempo semplice e rivoluzionaria, Villa Malaparte Capri ha suscitato l’interesse di numerosi registi del passato, apparendo in diverse pellicole della seconda metà del Novecento.
Tra le prime si ricorda ad esempio Il disprezzo, film prodotto nel 1963 tra Italia e Francia sotto le direttive di Jean-Luc Godard che, ispirato dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, chiamò a sé gli attori più in vista del periodo. Il ruolo della protagonista venne infatti affidato a Brigitte Bardot, supportata in ogni scena da Michel Piccoli, Jack Palance, Giorgia Moll e Fritz Lang.
La storia andata in scena sul grande schermo, invece, è incentrata sulle figure dello scrittore Paolo Javal e della moglie Emilia, ingaggiati dal produttore americano Prokosch per riscrivere la sceneggiatura di un film sull’Odissea. L’intera narrazione è poi occupata in larga parte dai problemi di coppia dei due personaggi principali che si consumano proprio tra le mura di Villa Malaparte a Capri, affittata dal produttore per le riprese e teatro di un tradimento.
Villa Malaparte Capri, location de La pelle
Il disprezzo non è però l’unica pellicola che ha portato Villa Malaparte di Capri al cinema. Nel 1981, infatti, la dimora ha fatto da sfondo a La pelle, film diretto da Liliana Cavani e tratto dall’omonimo romanzo scritto proprio da Curzio Malaparte.
Anche in questo caso, il cast era composto da migliori interpreti di inizio anni Ottanta. Il ruolo dello scrittore venne affidato a Marcello Mastroianni e, insieme a lui, furono scritturati anche Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Ken Marshall e Carlo Giuffré. A causa delle numerose scene di violenza, però, la visione venne vietata ai minori di quattordici anni.
La vicenda è ambientata a Napoli alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando, con la città appena liberata e in profonda miseria, soldati e popolazione si sentivano legittimati a vendicarsi dei torti subiti in ogni modo possibile. Curzio Malaparte, capitano del Corpo Italiano di Liberazione, viene quindi chiamato a trovare una mediazione, ma la follia bellica è così forte che la sua missione risulterà impossibile.
Villa Malaparte oggi
Ancora oggi, a quasi novant’anni di distanza dalla sua costruzione e dopo le tante apparizioni al cinema, Villa Malaparte Capri continua a esercitare un enorme fascino sugli abitanti dell’isola e sui tanti turisti che la raggiungono ogni anno.
Alla morte del proprietario nel 1957, la dimora avrebbe dovuto diventare una casa di ospitalità, studio e lavoro per gli artisti cinesi a Capri, come definito dallo scrittore nel suo testamento. Gli eredi, tuttavia, decisero di impugnare il documento avviando un’intensa battaglia giudiziaria a seguito della quale venne stabilito un nuovo utilizzo della dimora. Quest’ultima passò quindi alla Fondazione Ronchi per poter essere acquisita tramite un accordo tra le parti.
Rimase dunque una proprietà privata della famiglia e, proprio per questo, risulta tuttora impossibile visitarla all’interno. Gli esterni, invece, possono essere osservati sia raggiungendo il posto in barca, sia intraprendendo la suggestiva Passeggiata del Pizzolungo, una delle più affascinanti di tutta Capri per i suoi scorci panoramici mozzafiato.