Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – Capri a numero chiuso, doppio turno o allungamento della stagione turistica ma stop al caos. L’isola azzurra si presenta ai nastri di partenza della stagione 2024 in forma dal punto di vista delle richieste di viaggiatori e vacanzieri e di un tasso di gradimento da parte dei cinque continenti sempre altissimo, considerando le bellezze naturali, l’unicità di scorci e paesaggi, l’oasi di tranquillità e nell’era dei social anche dei selfie esclusivi con sfondo Faraglioni e altre meraviglie che fanno invidia al resto del mondo. Meno in forma lo scoglio caro all’imperatore Tiberio lo è per quanto concerne organizzazione e servizi, mobilità interna ed esterna, accoglienza all’arrivo al porto, e nel complesso se ci si vuole immedesimare in un turista che fa rotta per la prima volta verso la tanto ambita isola del mito. File al molo di imbarco a terraferma, file all’arrivo a Capri dopo resse e spintoni sul porticciolo isolano, in questi giorni ulteriormente ristretto per lavori in corrispondenza degli ormeggi numero cinque e sei. Non meno facile è aggiudicarsi in tempi rapidi la salita in piazzetta e i successivi spostamenti nelle altre zone dell’isola e nella parte alta, Anacapri. A voler effettuare un’analisi immediata si potrebbe pensare al miglioramento della rete dei trasporti per risolvere le criticità, ma più in profondità, come suggeriscono esperti in materia e operatori del settore, occorre, invece, pensare e ripensare Capri, con una riorganizzazione diversa di flussi in arrivo e in transito, ulteriormente “spalmata” anche in altri mesi dell’anno in modo da rendere il territorio più vivibile nei mesi estivi e in quelli di bassa stagione. Maggior vivibilità nel periodo caldo per l’alleggerimento delle fasce orarie da bollino rosso durante le quali è proibitivo sia salire a bordo i mezzi di trasporto in tempi celeri, sia anche semplicemente attraversare vie e viuzze del borgo e del centro di Capri, ma anche vivibilità nell’altra accezione del termine, ovvero viva e non desolatamente vuota, negli altri mesi, quelli tradizionalmente di eccessivo letargo, con la popolazione che quasi cade in un senso di opprimente vuoto.