Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – Tragedia del bus a Capri, la Procura chiede il rinvio a giudizio. I sostituti procuratori Maurizio De Marco e Giuseppe Tittaferrante della Procura di Napoli hanno chiesto il rinvio a giudizio del medico al quale l’azienda di trasporti aveva delegato la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, il legale rappresentante della stessa Atc e un funzionario della Città Metropolitana di Napoli. I fatti risalgono al drammatico 22 luglio del 2021 quando un bus di linea dopo essere partito dal capolinea di Marina Grande ed aver affrontato il primo tornante precipitò letteralmente verso il basso. Un episodio finito nel libro nero dei ricordi di Capri, un giorno tristemente indimenticabile che vide la morte dell’autista del bus Emanuele Melillo e il ferimento più o meno grave di ventitré persone. La Procura di Napoli contesta l’esecuzione dei controlli e le condizioni delle ringhiere della strada provinciale teatro del tragico incidente. Secondo la Procura a carico dei tre indagati ci sarebbe la responsabilità
dell’incidente, della morte di Melillo e del ferimento dei passeggeri, tra i quali una donna che ha riportato danni più rilevanti rispetto agli altri. A difendere le tre persone per le quali è stato chiesto il giudizio sono gli avvocati Alfonso Furgiuele, Roberto Guida e Ciro Arino. La famiglia Melillo, invece, è assistita dall’avvocato Giovanna Cacciapuoti. Per quanto concerne la strada provinciale, questa, secondo la Procura necessitava di una idonea barriera e invece, “c’era solo un parapetto incapace di impedire che potesse reggere l’impatto di un bus”. Il mezzo secondo gli esperti viaggiava ad una velocità non superiore ai trentacinque chilometri orari e aveva percorso appena centosettanta metri al momento della drammatica caduta. L’udienza preliminare si terrà a Napoli il 30 marzo.