Fonte: Famiglia Cristiana
di Rosanna Precchia
Due musei: la casa del medico svedese Axel Munthe e quella dell’americano MacKowen. E il pavimento della chiesa di San Michele
C’ è un po’ di Svezia ad Anacapri (Capri, Napoli): la Villa San Michele, casa museo di Axel Munthe (1857-1949), il medico e scrittore svedese che la costruì e l’abitò dal 1897 fino agli ultimi anni di vita e poi la lasciò in eredità al suo Stato, che ne ha ancora oggi la proprietà. Medico personale della regina Vittoria di Svezia e dell’alta società di Parigi e Roma, Munthe arrivò a Capri per la prima volta a 19 anni e decise che lì avrebbe costruito la dimora dei suoi sogni: La mia casa deve essere aperta al sole, al vento e alle voci del mare, comeun tempio greco, e luce, luce, luce ovunque, scrisse nella sua autobiografia La storia di San Michele. Appassionato di storia e antichità, utilizzò per la costruzione e gli arredi molti oggetti provenienti da ville romane. Un esempio è il mosaico del pavimento dello studio, oppure la testa di Medusa del V secolo d.C., copia romana di un originale greco. Sul belvedere che guarda il Golfo di Napoli c’è una sfinge egiziana di oltre 3.200 anni fa, in granito rosso, che si usa toccare sul fianco sinistro con la mano sinistra per esprimere un desiderio. La loggia esterna, ricca di sculture e busti, conduce algiardino ornamentale, che nel 2014 ha vinto il premio per il più bel parco privato d’Italia. La collina di Anacapri è la zona più tranquilla e verde dell’isola, il mare è distante, per raggiungerlo occorre prendere un bus, un altro dopo quello utilizzato partendo da Marina Grande, approdo degli aliscafi, perciò per una gita in giornata da Napoli è meglio concentrarsi sulle passeggiate nelle stradine pedonali, tra le botteghe artigianali dove scegliere i tipici sandali capresi, il limoncello, la campanella portafortuna, il profumo. E dedicarsi all’arte. Percorrendo la pedonale via Orlandi si incontra un’altra dimora speciale, il Museo Casa Rossa, costruita dall’americano John Clay MacKowen (1842-1901). Anche lui, come l’amico Munthe, fu amante delle antichità, che raccolse nella sua casa, incastonando i reperti nelle pareti, tinte di rosso pompeiano, oppure mettendoli in bella vista, come la grande statua romana di sacerdotessa del I secolo d.C. Al piano superiore si ammira oggi l’esposizione permanente L’isola dipinta. Viaggio pittorico a Capri ed Anacapri tra Ottocento e Novecento. Molto bello l’allestimento multimediale che ospita le copie delle statue trovate nella Grotta Azzurra tra il 1964 e il 1974: il ninfeo sommerso, importante testimonianza dell’epoca di Tiberio, l’imperatore che tra il 27 d.C. e il 37 d.C. visse a Capri. Le statue originali, che prima erano qui, sono state spostate nel Museo archeologico, nella Certosa di San Giacomo (a Capri centro), inaugurato a luglio 2024. Sempre ad Anacapri, da non perdere la chiesa di San Michele con un pavimento maiolicato unico al mondo: rappresenta la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre e si ammira camminando ai bordi su una pedana di legno, oppure guardandolo nell’insieme dal piano superiore. Chi ama la natura, anche durante una visita veloce può trovare il tempo per salire con la seggiovia (a un solo posto, sospesa nel vuoto) sul Monte Solaro. Mentre durante un soggiorno un po’ più lungo può programmare la passeggiata a piedi per raggiungere l’Eremo di Cetrella, che ospitò Domenicani e Francescani e fu caro ai marinai che vi si recavano in pellegrinaggio prima di partire per lunghi viaggi.