Anna Maria Boniello – Capri. Capri non è solo l’ isola dei magnati e nababbi, delle boutique griffate, delle strade dello shopping o di night esclusivi e locali alla moda. La popolazione residente è composta soprattutto da lavoratori stagionali, centinaia di capifamiglia che lavorano nelle strutture ricettive: alberghi, ristoranti, servizi del terziario che sono attive solo per sei mesi l’ anno. Fino al 2015, quando è entrato in vigore il Jobs Act, la categoria dei lavoratori stagionali si è vista ridurre drasticamente l’ indennità di disoccupazione che, precedentemente l’ ingresso in vigore della legge, veniva corrisposta mensilmente per il 70% del salario, fino un massimo di due anni. Con l’ avvento del Jobs Act i lavoratori stagionali, impiegati mediamente per solo sei mesi, oggi percepiscono il sussidio per solo per tre mesi.
A farsi carico del caso e cercare di risolvere il problema, sin dal 2015, è stata l’ Associazione nazionale lavoratori stagionali che ha riunito tutte le località turistiche interessate, tra queste la sede isolana del Movimento Cristiano lavoratori, presieduta da Salvatore Ciuccio, che ha affiancato in tutte le azioni di protesta i vertici dell’ associazione nazionale. Ora che l’ ultima finanziaria ha cancellato ogni sussidio dal prossimo bilancio, dichiara Salvatore Ciuccio, consigliere comunale di Capri e presidente della Mcl locale: «Dopo le azioni di protesta a Roma, davanti al Parlamento e sotto la sede del Ministero del Lavoro, bisogna chiedere di estendere la deroga già prevista nella norma per i lavori agricoli, in quanto anch’ essi stagionali. Abbiamo intenzione di inviare un appello a tutti i capigruppo del nuovo Parlamento che sarà eletto dopo il 4 Marzo e chiedere di inserire all’ ordine del giorno delle prime sedute, il disegno di legge denominato Argos, giacente al Senato. Una legge che risolverebbe il problema, in quanto prevede che l’ indennità di disoccupazione venga nuovamente commisurata al periodo lavorativo effettuato, cioè se la durata del lavoro stagionale è di sei mesi, il lavoratore avrà diritto a sei mesi di indennità, come accadeva prima del Jobs Act».

















