di Luigi Lembo
Tra gli argomenti più discussi in questo periodo è l’arrivo, la scelta e l’opportunità di assumere un vaccino. C’è chi non vede l’ora di poterlo assumere, chi invece ne è perplesso dell’efficacia e dell’opportunità di prenderlo. In passato la vaccinazione era invece considerata quasi un privilegio e ad essa era preposta l’ONMI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia, che aveva una sede specifica proprio qui a Capri. Come ci racconta Romana De Angelis in un suo prezioso libro, la quasi totalità dei capresi, dai cinquant’anni in su , sono passati per quegli uffici per visite e vaccinazioni e molti ne hanno un ricordo speciale per una forma di assistenza estremamente puntuale e efficiente. L’istituzione delle ONMI risale al 1925 con lo scopo di creare dei comitati comunali di Patronato per l’assistenza alle donne povere o abbandonate, in particolare durante il periodo della gravidanza, al ricovero ospedaliero e nella fase del puerperio, alla tutela dei minori di 18 anni, ai poveri abbandonati o diversamente abili. Il comitato originario caprese era composto da Teodoro Pagano, segretario politico del PNF, l’avvocato Carmelo Tufarelli, pretore sull’Isola, il Dott. Guido Corselli in qualità di ufficiale sanitario e Marino Dusmet che rivestiva anche il ruolo di presidente. Collaboravano inoltre il parroco Luigi Lembo, la delegata sanitaria Bianca Chiesa, Raffaele Ferraro,commissario di pubblica Sicurezza e Leonida Messanelli. Per Anacapri erano rappresentanti il cav. Salvatore Gargiulo, Antonio Mazzarella e Jenny di Giuseppe. Nel tempo si aggiunsero varie personalità come i fratelli Cerio, Axel Munthe, il dott. Oreste Prozzillo, Giorgio Weber, l’ingegnere Vismara e molti altri frequentatori abituali dell’Isola. L’assistenza era davvero concreta: già dai primi anni, grazie all’interesse di Edwin Cerio, era stata aperta una colonia marina per bambini tra gli 8 e 10 anni affetti da tubercolosi e altre malattie polmonari. Venivano accompagnati al mare con una corsa speciale della funicolare offerta dal direttore della Sippic Ing. Angelucci e sorvegliati da suore dell’ordine di S Elisabetta. Veniva garantita una piccola refezione con pane, formaggio e frutta che contribuì non poco a migliorare la salute di quei malnutriti bambini. A tal proposito val la pena ricordare che tra i finanziatori di tale servizio vi era persino il Presidente della Cecoslovacchia Masarik, abituale frequentatore della nostra Isola. Non venivano di certo dimenticati i bambini di Anacapri che venivano accompagnati a Capri con i pullman della Sippic insieme alle dame del Patronato che trasportavano i corposi fagotti con l vasetti di marmellata, burro, latte, pane e frutta. Sull’arenile la SIPPIC provvedeva a fornire anche le cabine che aveva avuto in concessione già dal lontano 1919. Alle Suore di S Elisabetta era destinato inoltre la funzione dell’assistenza domiciliare mentre all’Ospedale Capilupi veniva aperto un laboratorio gratuito, diretto da un medico specialista, per curare i bambini non solo ammalati ma per prevenire malattie infettive, ereditarie o costituzionali. L’OMNI forniva a Capri, gratuitamente, medicinali e assistenza, con una professionalità, grazie alla presenza dei soci dell’organizzazione, estremamente elevata e competente. Si può dire con certezza che molti dei capresi di oggi devono la vita all’opera dell’ONMI che tutelò la popolazione isolana da tutte quelle malattie che hanno falcidiato gli italiani a cavallo dell’ultima Grande Guerra. Negli anni 50 l’attività del Patronato proseguì nella sua sede di via Gradoni Sopramonte con funzioni sempre più ridotte, limitandosi essenzialmente alle visite pre-post parto e alle vaccinazioni obbligatorie dei bambini fino a scomparire ufficialmente nel 1975, anno in cui l’organizzazione fu sciolta ma che già da qualche anno aveva smesso la sua opera attiva sul territorio.