Fonte: Il Mattino
di Diego Del Pozzo
Il primo ospite internazionale di «Capri, Hollywood» 2019 è Steven Zaillian, lo sceneggiatore, regista e produttore in queste settimane sotto la luce dei riflettori per aver scritto «The Irishman», il crepuscolare kolossal gangsteristico di Martin Scorsese prodotto da Netflix e in piena corsa per gli Oscar. Zaillian è attualmente al lavoro per il network Showtime a quello che fin da ora s’ annuncia come uno tra i progetti seriali più attesi della prossima stagione televisiva: «Ripley», la nuova serie tv che l’ autore sta finendo di scrivere e che, a partire da settembre 2020, dirigerà anche, dopo i notevoli riscontri della precedente «The night of…
» con John Turturro. Si tratta, naturalmente, della trasposizione a episodi del celeberrimo ciclo di romanzi di Patricia Highsmith imperniati sulle avventure dell’ affascinante sociopatico Tom Ripley, già portate diverse volte anche sul grande schermo, come nel 1999, quando il compianto Anthony Minghella ne trasse un film di successo come «Il talento di mister Ripley» con Matt Damon.
Zaillian già vincitore di un Oscar per la sceneggiatura del classico spielberghiano «Schindler’ s List» annunciò la nuova serie a luglio, durante l’«Ischia global film & music fest». Ma stavolta sceglie l’ altro festival di Pascal Vicedomini, «Capri, Hollywood», per fornire nuovi dettagli di un progetto che sta prendendo una forma sempre più precisa. «Innanzitutto, abbiamo scelto l’ attore che darà il volto al nostro Tom Ripley», spiega: «Si tratta di Andrew Scott, un vero talento che s’ è fatto già apprezzare per il suo lavoro in serie importanti come Fleabag e Sherlock. Gireremo a partire dalla fine dell’ estate e la prima stagione si rifarà al romanzo inaugurale del ciclo della Highsmith, attraverso otto episodi da un’ ora ciascuno, tutti scritti e diretti da me.
La storia è ambientata quasi tutta in Italia e io vorrei girare nei veri luoghi presenti all’ interno del romanzo. In questi mesi, assieme ad Andrew, ho effettuato una serie di sopralluoghi a Ischia, Capri e in costiera amalfitana. E ho scoperto bellissimi borghi come Cetara e Atrani, che mi hanno colpito molto e che potrebbero essere perfetti per ricostruire i villaggi di pescatori anni Sessanta che ho in mente. Sicuramente, poi, sceglierò molti attori italiani per i vari ruoli. E, per fortuna, in questo Paese il talento non manca».
Prodotta da Showtime ed Endemol Shine North America, in associazione con Entertainment 360 e Filmrights, la nuova serie sarà firmata da Zaillian e da Andrew Scott anche in veste di produttori esecutivi, assieme a Garrett Basch, Guymon Casady, Ben Forkner, Sharon Levy e Philipp Keel of Diogenes. Nei prossimi mesi, aggiunge Zaillian, «sarò in Italia sempre più regolarmente, perché la prima stagione di Ripley sarà quasi interamente di ambientazione italiana. Tra le location, infatti, oltre a New York, ci saranno Venezia, Roma, Palermo, Positano e le isole del golfo di Napoli.
Se il pubblico premierà i nostri sforzi, la mia idea è di portare in televisione tutti i romanzi su Tom Ripley, uno in ogni stagione della serie. Ho sempre trovato straordinario questo personaggio, così ho voluto provare a darne la mia versione. Anche per questo motivo, dunque, guarderò direttamente ai romanzi della Highsmith piuttosto che alle precedenti versioni cinematografiche».
Intanto, si avvicinano le nomination del 13 gennaio per gli Oscar 2020, dove «The Irishman» dovrebbe essere tra i protagonisti: «Quando ho scritto questo film l’ ho fatto pensando al cinema e al grande schermo, perché io resto comunque un paladino dei film da vedere nella sala buia, immergendomi nella magia e condividendola con gli altri spettatori. Ma Netflix è stato l’ unico produttore disposto a finanziare un progetto così ambizioso, costoso e complesso. E di questo devo dare atto all’ azienda ed esserle grato.
The Irishman è un progetto che risale addirittura a una decina di anni fa e che poi ha visto il budget aumentare sempre di più. Per questo, Netflix è stata decisiva per la sua realizzazione. Scorsese, però, ha insistito affinché il film uscisse anche in sala, seppur per un breve periodo. E sulla piattaforma on line è stato visto da 25 milioni di utenti in un solo giorno. In definitiva, tra sala e streaming», conclude Zaillian, «sarà sempre il pubblico a dover scegliere».