Fonte: Il Mattino
di Antonino Pane
«Dobbiamo farcela per l’ estate 2021, il molo Beverello è uno snodo vitale per il traffico passeggeri del porto di Napoli». L’ interscambio con le crociere, le rotte delle vie del mare, il movimento dei pendolari: tutti gli indicatori dicono che è proprio il Beverello il nucleo di alimentazione del traffico marittimo nel Golfo; un flusso che, per numero di passeggeri, è secondo solo alla baia di Hong Kong. È su queste basi che la baraccopoli fatiscente del molo Beverello dovrà essere sostituita da una vera stazione marittima, un terminal passeggeri che dovrà rendere agevole e confortevole l’ imbarco e lo sbarco dei passeggeri diretti a Capri, Ischia, Procida e alle località della penisola sorrentina e della costiera amalfitana. Per arrivare a questo risultato, però, bisognerà passare attraverso i mesi in cui, necessariamente, il Beverello sarà un cantiere con tutti i problemi che prevedibilmente ne deriveranno. L’ Autorità di sistema portuale del mare Tirreno centrale su quest’ opera ha messo in campo una spesa di 13 milioni di euro.
Presidente Pietro Spirito, ci siamo. I contenitori per le biglietterie provvisorie sono stati sistemati.
«Sì, questa fase preparatoria si avvia a conclusione. Entro fine mese saranno sgomberate le vecchia biglietterie e potrà cominciare la demolizione. Dobbiamo sgomberare tutta l’ area per fare in modo che il cantiere possa procedere rapidamente nei lavori».
L’ estate 2020 dovrà essere affrontata con i lavori in corso.
«Certamente. Il nostro obiettivo è di avere la nuova stazione marittima per l’ estate 2021. Possiamo e dobbiamo farcela. Nei limiti del possibile abbiamo predisposto procedure veloci per arrivare al risultato».
Le biglietterie provvisorie, i flussi dei passeggeri. Si tratta di verificare la funzionalità del tutto.
«Abbiamo lavorato e stiamo lavorando fianco al fianco con gli armatori. Abbiamo cercato di seguire tutte le indicazioni utili a migliorare la situazione».
Per esempio?
«Abbiamo arretrato l’ area di cantiere, d’ accordo anche con la ditta appaltatrice di altri due metri. Questo significa che dal ciglio della banchina al cantiere avremo 8 metri utili. In pratica possiamo predisporre due flussi di traffico pedonale, sbarco e imbarco, di quattro metri ciascuno. Cercheremo di evitare, il più possibile, incroci tra i due flussi di passeggeri. Per Pasqua la prima grande verifica».
Bisogna fare i conti anche con i lavori della rampa di accesso alla metropolitana.
«I percorsi pedonali avranno anche questo ostacolo, ma abbiamo individuato soluzioni che eviteranno in parte la circumnavigazione dell’ altro cantiere. Se ci proiettiamo nel futuro, però, con la nuova stazione marittima e la metropolitana a due passi possiamo ben dire di aver dato un volto nuovo, accogliente e funzionale, ad una delle porte di accesso più importanti della città».
Un aspetto anche molto delicato dal punto di vista storico ed ambientale.
«Sicuramente interveniamo in un’ area delicata, non ci sono dubbi. Per questo abbiamo coinvolto tutte le istituzioni. La nuova stazione marittima, nel suo punto più alto, non supererà i 4,50 metri. Questo significa che l’ ingresso dal mare non disturberà la vista sul Maschio Angioino e la veduta dal Castello sarà indenne».
Però avrà un impatto sui pedoni?
«La viabilità pedonale avrà un angolo in più da cui guardare il molo San Vincenzo o il Vesuvio: la terrazza della nuova stazione marittima, infatti, sarà aperta al pubblico proprio per offrire una veduta in più. Oggi la vista del mare è interrotta da quelle fatiscenti biglietterie. In futuro ci sarà un ambiente più gradevole e la possibilità di affacciarsi sul mare».
Nuove biglietterie, e poi?
«Ci saranno sale di attesa accoglienti e confortevoli. Ci saranno servizi adatti a sopportare i grandi volumi di traffico. E poi display con tutte le informazioni necessarie, avvisatori acustici. E si può già parlare di controllo elettronico dei biglietti in modo da evitare code per salire a bordo».
Ma per velocizzare il tutto bisognerà intervenire anche a mare con i moli a pettine.
«Questo è il secondo step. Certamente bisognerà creare strutture a mare per rendere più sicuro e agevole l’ attracco dei mezzi. I moli a pettine sono sicuramente una necessità per migliorare complessivamente la funzionalità della banchina».
Il resto lo dovranno fare gli armatori.
«Certamente. Bisognerà adeguare le flotte nei limiti del possibile ad una stessa tipologia di mezzi».