Da Il Mattino di lunedì 22 gennaio 2018 – di Pietro Treccagnoli
Sigilli e denunce a Capri per manutenzioni che diventano ristrutturazioni. I carabinieri della locale stazione stanno passando a setaccio l’ isola e in un mese sono fioccati tre sequestri di cantieri tra i Faraglioni, via Cercola e Pizzolungo. Nell’ inchiesta è coinvolto anche un dirigente del Comune. I controlli dell’ Arma proseguono. Ma che cosa ne pensano in Municipio?
Ecco, sindaco Gianni De Martino, che cosa pensa di questi sequestri?
«In verità non ho ancora ricevuto nessun rapporto ufficiale. Ma posso assicurarle che l’ Ufficio per l’ edilizia privata procede da sempre con serrati controlli tecnici. Nello specifico non conosco i dettagli. So quello che è stato pubblicato dai giornali».
Non ha avuto contatti con i carabinieri?
«No. Né so di notifiche al Comune.
Per quanto ci riguarda, vengono effettuati controlli sui cantieri e ci sono state demolizioni, ma sempre per abusi minimi, piccole cose. Anzi, quando si riscontra un’ infrazione viene imposto il ripristino dello stato precedente. Ma questo non estingue il reato».
Comunque, un metro quadrato a Capri non è piccola cosa?
«Certo, equivale ai cento metri di un’ altra località».
Un metro quadrato a Capri costa almeno diecimila euro…
«… anche dodici, quindici. E questo fa sì che, nella valutazione complessiva, una finestra abusiva a Capri generi più clamore di un palazzo a Castelvolturno. Uno starnuto in Piazzetta equivale a un uragano».
Capri è sufficientemente controllata?
«L’ isola è girata in lungo e in largo dalla polizia municipale, dalle forze dell’ ordine, ma pure dai cittadini e dai turisti. Il miglior segnalatore spesso è il vicino di casa. È davvero difficile che qualche abuso sfugga, anche in angoli ritenuti appartatati».
Come mai i carabinieri, nonostante i vostri controlli, riescono a scovare abusi anche molto evidenti come quello di villa Settanni?
«Il Comune, attraverso la propria polizia, ha sempre messo in campo un’ attività repressiva verso questi fenomeni. In realtà stiamo parlando solo di tre casi, mentre ci sono decine e decine di casi regolari e casi in cui è intervenuto il Comune.
Molti cittadini che hanno trasformato la manutenzione in ristrutturazione scelgono il male minore e si mettono in regola».
Secondo l’ inchiesta, lo strumento per compiere gli abusi è la «Scia», ovvero la «Segnalazione certificata di inizio attività» che viene fatta per piccole opere di manutenzione.
Queste manutenzioni si trasformavano in vere e proprie ristrutturazioni, con ampliamento di quadrature. Per villa Settanni, ci sarebbero state ben 14 «Scia» in pochi mesi, addirittura alcune a distanza di pochi giorni. Nessuno ha mai avuto il sospetto che poteva trattarsi di un trucco?
«I dati precisi non li conosco, chiederò all’ ufficio. Ma mi risulta che le richieste di Scia sarebbero state una decina nell’ arco di due anni. A volte la richiesta avviene anche solo per un impianto di irrigazione, per un condizionatore».
Però l’ inchiesta sostiene che, dopo la richiesta di opere di manutenzione, si procede con le ristrutturazioni.
«È un punto di vista. Bisogna capire che cosa s’ intende per ristrutturazione o risanamento conservativo o altro».
A via Cercola c’ è stato un aumento della cubatura della villetta.
«Mi hanno detto di uno scavo di pochi metri, all’ interno di un terrapieno».
Ma, lo chiarivamo prima, un metro quadrato a Capri vale oro.
«Sono opere che non si fanno per speculazione. Se il privato realizza un bagnetto lo fa per sé, non per vendere l’ immobile».
Comunque la casa acquista valore.
«È chiaro».
Nell’ ambito dell’ inchiesta c’ è anche la denuncia di un dirigente del Comune per abuso d’ ufficio. Che cosa ne pensa?
«Sono molto tranquillo sul lavoro dell’ ufficio coinvolto che ha sempre messo in atto un serrato lavoro di controllo. Davanti alla mia stanza spesso c’ è gente che viene a lamentarsi per i provvedimenti di demolizione. Non entro nel merito del caso e della persona. C’ è un’ inchiesta. Non sono certo io a dover condannare o assolvere. Quello che mi interesse è il lavoro complessivo dell’ ufficio. Può essere stata presa una cantonata. Ma chi troppo fa, corre rischi maggiori di sbagliare».


















