Anna Maria Boniello. Capri. Da ieri con l’ ingresso in aula degli studenti dell’ Istituto «Axel Munthe» è scattato il countdown imposto dalla Procura, che venerdì scorso ha inviato i carabinieri della stazione di Anacapri ad apporre i sigilli alle due aule del liceo classico e scientifico ubicate nello spazio retrostante il plesso principale di Villa Rosa. L’ accusa: aver violato i vincoli paesaggistici vigenti. Un provvedimento che ha fatto sobbalzare non solo gli studenti, ma anche i rappresentanti delle istituzioni. Furono infatti proprio i sindaci delle due amministrazioni a trovare una soluzione temporanea all’ epoca del forzato «sfratto» degli allievi dalla vecchia sede del liceo. La decisione fu presa dopo che la città metropolitana dichiarò inagibili i locali, lasciando gli studenti senza sede e scaricando la responsabilità sui sindaci. I quali, dopo una serie di valutazioni, decisero – su proposta del sindaco di Anacapri – di acquistare le due aule prefabbricate e di annetterle a Villa Rosa, l’ immobile di proprietà del comune di Anacapri, plesso scolastico destinato all’ Istituto Professionale per il Commercio. Emerse così la volontà di non disperdere in diverse strutture le varie classi che per un periodo furono ospitate, divise, in alcuni locali della scuola media «Ippolito Nievo» e delle scuole elementari «IV Novembre» a Capri. E con l’ arrivo dei due prefabbricati i liceali si ritrovarono in un’ unica sede. Il problema però, burocraticamente, non venne risolto poiché la Soprintendenza alle belle arti e paesaggio di Napoli si espresse con un parere vincolante negativo, anche se i tecnici del Comune di Anacapri avevano dichiarato che la struttura prefabbricata era di carattere temporaneo e serviva solo per accogliere le due classi del liceo in attesa del completamento dei lavori del nuovo plesso scolastico in fase di costruzione. Quella che sembrava una soluzione a breve termine, invece, ha avuto una svolta giudiziaria con il decreto di sequestro firmato dal gip Alessandra Ferrigno, che ha accolto la richiesta del pm Francesca De Renzis e notificato proprio all’ apertura del nuovo anno scolastico, con i sigilli ai due prefabbricati. Lunedì mattina all’ entrata in classe – poiché per lasciare i locali devono passare 30 giorni – a scendere in campo sono stati gli stessi studenti del Liceo classico scientifico «Axel Munthe», che hanno inviato una lettera aperta al Sovrintendente per i beni architettonici e paesaggistici. Una nota in cui i giovani capresi ed anacapresi che frequentano il liceo hanno voluto esprimere tutto il loro disagio, già vissuto con la perdita della storica sede della Certosa di San Giacomo, ed ora aggiunto a quello di vedersi «sfrattare» anche dalle due aule che hanno occupato per un intero anno. Soluzione che «ha consentito è scritto nella lettera a noi studenti, insegnanti e preside, di poter continuare l’ anno scolastico in una sede unitaria disponendo di aule dignitose e confortevoli, in primis i due moduli prefabbricati. Sono state garantite così sostituzioni ed integrazioni fra gli insegnanti ed è stata assicurata la continuità dell’ attività didattica, e risolti quei problemi organizzativi che avevano caratterizzato i mesi precedenti». Gli studenti hanno chiesto al soprintendente di non rimuovere i prefabbricati dopo il completamento del nuovo plesso scolastico, anzi: chiedono infatti l’ autorizzazione per continuare ad utilizzare le due aule situate nei prefabbricati, peraltro muniti di tutte le autorizzazioni relative alla sicurezza e all’ agibilità, visto che non sono nemmeno visibili dall’ esterno, e dunque «non provocano alcun impatto ambientale».
















