Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Tragico incidente a Capri della scorsa estate, sei indagati. La Procura di Napoli ha iscritto sei persone nel registro degli indagati nell’ambito degli accertamenti sulla morte di Emanuele Melillo, l’autista trentaduenne deceduto il 22 luglio 2021 nell’incidente stradale di Marina Grande, quando un autobus a metà mattina dopo essere partito dal capolinea del borgo marinaro isolano, precipitò verso il basso dopo aver affrontato il primo tornante. Si tratta di quattro funzionari responsabili dei dipartimenti viabilità della città metropolitana di Napoli, dell’amministratore della società di autoservizio pubblico e di un medico. A loro carico figura l’ipotesi, a vario titolo, dei reati di disastro colposo, omicidio stradale e lesioni stradali multiple. Il prossimo 24 febbraio verrà conferito l’incarico a un consulente della Procura che darà così inizio all’incidente probatorio sul bus precipitato, e sulla documentazione finora raccolta dagli inquirenti. La notizia dell’avvio degli accertamenti, secondo quanto si è appreso, è stata bene accolta dalla famiglia Melillo. Solo attraverso queste attività ha detto l’avvocato Giovanna Cacciapuoti legale della famiglia Melillo potremmo avere finalmente una risposta su quanto accaduto lo scorso luglio a Capri. La famiglia continua ad avere fiducia nell’operato della magistratura ha aggiunto Cacciapuoti e si augura che i tempi per espletamento di questo incarico siano brevi. Ai sei la Polizia Stradale ha notificato l’avviso di garanzia e l’avviso di accertamenti tecnici non ripetibili, utili per la ricostruzione delle cause del disastro colposo. Il lavoro degli inquirenti della Procura di Napoli ha l’obiettivo di trovare le risposte al tragico episodio che ha segnato in maniera indelebile una giornata d’estate a Capri, con un incidente che insieme al decesso del giovane autista vide anche il ferimento di ventitre persone in un bilancio che poteva essere ancora più grave. Il veicolo per cause da stabilire franò letteralmente nel vuoto ma la particolare dinamica della caduta, con il mezzo finito praticamente incastrato nella zona balneare sottostante, evitò, ulteriori, tragiche conseguenze. Poi i soccorsi, l’arrivo delle ambulanze, gli sguardi attoniti delle persone presenti in quella che doveva essere una normale giornata d’estate e si trasformò in pochi agghiaccianti attimi in un incubo. Infine la presenza per diversi giorni dell’autobus o meglio della carcassa dell’involontario simbolo di un dramma senza fine, a Marina Grande, in attesa di organizzare il recupero. Gli accertamenti che prenderanno il via alla fine di febbraio mirano a fare luce su vari aspetti, lo stato di manutenzione dell’autobus, le barriere ovvero le ringhiere poste lungo il ciglio stradale, lo stato di salute dell’autista e le modalità di assunzione. L’incidente probatorio sarà coordinato dallo stesso ingegnere che si è occupato della tragedia avvenuta in Irpinia nove anni orsono.