Fonte: Roma
di Antonio Sabbatino
NAPOLI. Sul miglioramento della sanità a respingere l’ assalto del contagio da Covid, sull’ organizzazione della scuola al tempo della pandemia e sul rafforzamento dei trasporti pubblici «non è andato tutto bene». L’ Unione Sindacale di Base, nella giornata dello sciopero nazionale di ieri, giudica insufficiente le risposte su questi tre comparti dai vari livelli istituzionali. In piazza del Plebiscito, gli iscritti Usb non vogliono nascondere i problemi sotto al tappeto.
SANITÀ. La sfida al virus, nelle sue diverse sfaccettature, ha ancora numerose lacune. Luigi Mastriani, fisioterapista in servizio all’ Asl Napoli 1, rileva «due problemi fondamentali: carenza di personale e mancanza di organizzazione». Mastriani non si capacità del «perché, nonostante siano aperte graduatorie di Oss al Cardarelli e all’ Asl Napoli 2 Nord si preferisce assumere dalle cooperative.
Per quanto riguarda infermieri e medici stanno facendo soltanto contratti Co.co.co, con la partita Iva, precari, per 6 mesi senza dare una prospettiva futura né al lavoratore né all’ organizzazione dell’ azienda». Sull’ aspetto organizzativo, dice il fisioterapista, «non c’ è separazione tra percorsi “sporchi” e “puliti”, si mischiano i casi Covid a quelli che Co vid non sono. Andare ad un pronto soccorso di questi tempi è un rischio grossissimo, anche se si hanno altre patologie perché si può contrarre il Covid».
SCUOLA. Il ritorno in classe di ieri dei bambini della prima elementare e dell’ asilo è avvenuto a macchia di leopardo, con alcune scuole rimaste quasi vuote. «Si sta seminando caos tra la popolazione – dice Maria Vittoria Tirinato, insegnante di italiano e storia al Vittorio Veneto di Scampia e iscritta all’ Usb – la Regione Campania ha responsabilità sul non far ritenere le scuole un luogo sicuro e questa paura influisce anche sull’ atteggiamento di molti genitori che però non si rendono conto dei danni della didattica a distanza. Siamo convinti che la scuola sia vittima di scelte politiche sbagliate e di mancate organizzazioni e di misure adeguate sui trasporti pubblici lo cali e questo riguarda soprattutto le scuole superiori perché ora come ora sono un rischio».
TRASPORTI. Proprio i trasporti sono il terzo anello della catena. Ad esserne coinvolte, ieri, la società regionale Eav con un’ adesione al 30% circa e la chiusura totale di Cumana e Circumflegrea, del 50% all’ azienda su gomma che opera nel casertano Clp e il 70% all’ Atc, società operante a Capri. Coinvolta anche Ctp, società in capo a Città Metropolitana. In questo caso, però, non sono arrivati dati ufficiali sull’ adesione.
Marco Sansone, coordinatore regionale Usb lavoro privato afferma: «Sulla Clp siamo abbiamo trovato un quadro preoccupante, temiamo non rispettino nemmeno le più elementari normative sulla sicurezza dei lavoratori. Penso ai pulmini con una sola porta sulla quale non è stato affisso nemmeno il plexiglass come prevede la normativa. Sull’ Eav, aggiunge Sansone, «le chiusure nei wee kend e nei festivi e le altre limitazioni sono sbagliate perché innanzitutto dovrebbero essere concordate con le parti sociali con il confronto che ci sarà a tagli già decisi. Ci sono delle persone che lavorano a nero e che necessitano dei trasporti pubblici».
Tra le aree periferiche di Napoli dove i tagli delle corse si fanno più sentire, Pianura e Soccavo per le quali l’ ulteriore limitazioni al loro raggiungimento, dice sempre Sansone, «è dovuto al fatto che per 40 autisti il contratto in scadenza al 1 dicembre non sarà rinnovato. Questi lavoratori erano impegnati proprio tra Pianura e Soccavo, gli stessi territori ora danneggiati dalla chiusura o diminuzione delle corse della Circumflegrea Eav».