Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – A Capri stop all’overtourism, in duemila chiedono di rispettare il piano attracchi, stabilire un piano orari dei collegamenti marittimi equilibrato e stabilire la stazza dei mezzi che effettuano la tratta tra l’isola azzurra e la terraferma. E’ questa la settimana della consegna della petizione “Salviamo Capri! Appello per una giusta regolamentazione dei flussi turistici”, sottoscritta già da quasi duemila persone sulla piattaforma change.org. Isolani e frequentatori abituali dello scoglio caro all’imperatore Tiberio puntano i riflettori sulla situazione che sta vivendo lo scoglio più conosciuto del mondo “onde evitare disservizi e disagi a danno della popolazione residente e dei turisti”. Tutti coloro i quali hanno sostenuto l’appello chiedono innanzitutto che venga rispettata “in maniera puntuale e rigida”, l’ordinanza “in materia di distanziamento degli attracchi delle navi e dei mezzi veloci nel porto di Capri” e di “stabilire un piano degli orari che disciplini specialmente la fascia oraria che va dalle ore 9 alle 12.30, in maniera da regolare i flussi in arrivo nel porto di Capri, evitando punte di criticità e sovrapposizioni”. Inoltre, un netto no alla “possibilità di corse extra o fuori controllo” e la richiesta di “concordare e stabilire a priori la stazza e la capienza dei mezzi marittimi da impiegare sulle tratte da e per Capri in modo da acquisire una sempre maggiore contezza e controllo del numero effettivo di persone che sbarcano”. Sapere quanti passeggeri salgono a bordo ogni naviglio così come messo in luce dai firmatari consentirebbe all’intero sistema Capri di poter organizzare un circuito di accoglienza calibrato sui numeri effettivi. Secondo quanto sottolineato dai sostenitori della raccolta di firme, inoltre, una regolamentazione dei flussi è “inevitabile e doverosa in rapporto anche ad una previsto aumento del movimento croceristico nel porto di Napoli, della crescita del turismo giornaliero organizzato e non organizzato e della sempre più cospicua presenza sull’isola di flussi legati a nuove forme di turismo non alberghiero”.