Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Le ville di Capri sull’orlo del precipizio mentre il Comitato Casa isolano va in trasferta per evidenziare la questione abitativa all’ombra dei Faraglioni. E’ sempre la problematica di un tetto con vista sul mare di Capri al centro dell’attenzione dei media e in cima alle preoccupazioni di centinaia di famiglie di capresi ed anacapresi. Gli smottamenti dei giorni scorsi sul versante di Marina Piccola a causa del maltempo e comunque circoscritti a qualche proprietà privata hanno fatto tornare d’attualità l’irrisolvibile problema del territorio caprese che per le sue particolari caratteristiche soffrirà sempre di questo disagio che aumenta in caso di forti piogge che possono creare l’effetto “valanga” rispetto a qualche piccolo cedimento di terra spinta dalla violenza delle acque. Intanto la delegazione del “Comitato per il diritto alla casa – Isola di Capri” che ha preso parte, tra l’altro, all’assemblea generale del comitato “Io Abito” a Pollena Trocchia, continua a tenere desta l’attenzione confronti della cosiddetta emergenza abitativa che si vive a Capri. Una situazione che sta interessando in particolare l’intera provincia di Napoli soprattutto sul fronte abbattimenti e demolizioni di manufatti realizzati in assenza di regolari autorizzazioni. Il presidente del comitato isolano, l’architetto Paolo Di Tommaso, ha rammentato nel suo intervento soprattutto la situazione di Anacapri. Sul comune alto dell’isola azzurra l’ansia dell’arrivo delle ruspe e che si presentino alla porta le ditte incaricate alla demolizione degli abusi continua ad essere protagonista delle notti e delle giornate di isolani sempre preoccupati e che temono da un momento all’altro che in pochi attimi vengano buttati giù anni di sacrifici che seppur commessi irregolarmente sono figli della semplice esigenza di garantire un tetto sulla testa dei propri cari. Il valore più che superlussuoso di case e ville a Capri, confermato nei giorni scorsi dalle ultime stime da un lato aumenta il blasone della terra di Tiberio dall’altro dimostra ancora una volta come sia difficile vivere normalmente a Capri, dove le normative non consentono alcun tipo di costruzione e opera edile, e poter garantire un proprio nido alla famiglia e perché no una garanzia di futuro da lasciare in eredità ai propri figli per poter programmare una vita sulla terra natia senza per questo essere costretti a fitti esorbitanti o a dormire in case formato cabina telefonica.