Il Mattino – Paola de Ciuceis. «Quando giunsi la prima volta a Capri, da ragazzina, per non lasciarla più, mi accolse la sua luce, la sua bellezza. Scoprii dalle letture che mi erano state consigliate che non c’ era viaggiatore, esule, artista, poeta che non fosse stato ammaliato da quest’ isola fantastica. Non era solo l’ isola della mondanità ma l’ isola del mondo dove la sua bellezza poteva far compagnia a chi le apriva il proprio, cuore magari imbrattando una tela o provando un brivido alla prima pennellata». Così Pina Gagliardi parla della sua amata isola Azzurra e riannoda i fili di quell’ amore antico che riemerge anche nella sua più recente produzione artistica, ora al centro della mostra personale dal titolo «Capri, omaggio all’ isola» che inaugura domani alle 18 e con la quale ha inizio la stazione espositiva estiva alla certosa di San Giacomo, guidata da Patrizia Di Maggio.
Negli spazi dell’ ex Canonica, ormai deputata all’ arte contemporanea in un felice connubio con l’ antico, un corpus di una ventina di lavori realizzati per l’ occasione e raccontati anche da un catalogo, con testi del direttore del Polo Museale della Campania Anna Imponente e della stessa Di Maggio, realizzato con il sostegno della galleria Piero Renna Arte Contemporanea.
In rassegna dipinti olio e acrilico su tela, come quelli astratti e fortemente materici del ciclo «Trace» e «Sign-Capri», e quelli frutto di un impasto di colori acrilici e caolino come la serie «Matter» nei quali scoprire i paesaggi appena definiti scanditi dal ritmo di un’ impetuosa energia solo apparentemente caotica; quindi le sculture in plexiglass «Gabbiano» e «Vele» nei cui riflessi di luce rivivono lampi di panorami capresi; e ancora, i suoi inconfondibili lavori con i tee, i sostegni delle palline da golf con i quali la Gagliardi da vita ad originali composizioni geometriche che conquistano e incantano lo spettatore attratto dalle immagini tridimensionali cui la ripetizione seriale dà vita.
Un fascino irresistibile, quello per Capri, cui dedica questa mostra a lungo sognata, tenuta nascosta come sogno nel cassetto e nata dal fortuito incontro con Patrizia Di Maggio rimasta sensibilmente colpita dalla ricerca dell’ artista, così potentemente ispirata dai luoghi dell’ isola e dall’ immagine che ne restituisce attraverso la materia e il colore, tanto da invitarla ad esporre alla Certosa di San Giacomo. «L’ espressione di Pina Gagliardi passa attraverso materia e colore. Sfogliando i cataloghi delle mostre – scrive la Di Maggio – le immagini dei suoi lavori confermano una ricerca in cui il processo creativo fa i conti con la massa, con il corpo: dalle tele materiche realizzate con colori terrosi, ai crateri con acrilici e caolino, dai lavori con i tee alle sculture». Napoletana, autodidatta sull’ onda di una passione per l’ arte che rimanda alle scuole superiori, dai primi passi figurativi Pina Gagliardi evolve verso l’ astratto incontrando l’ apprezzamento di Graziella Lonardi Buontempo che le organizza una personale a Roma (2010) e la spinge a uscire dall’ intimità del proprio atelier: intraprende così un’ attività espositiva che l’ ha condotta sino alla più recente personale «Trace», a Napoli nella galleria Al Blu di Prussia (2015).