Fonte: Il Mattino
di Stefano Prestisimone
Eduardo lo scrisse nel 1922, esattamente 100 anni fa, all’ età di 22 anni. E oltre ad essere il suo primo grande testo compiuto (due anni prima aveva scritto un atto unico, «Farmacia di turno»), è anche uno dei rari lavori in cui nota l’ influenza del padre, Eduardo Scarpetta. Una farsa scoppiettante in cui si raccontano le vicende di una strampalata compagnia di guitti scritturati per una serie di recite in uno stabilimento balneare. Geppy Gleijeses lo porta in scena con la regia di Armando Pugliese stasera alle 21 in anteprima nazionale al festival di Capri da lui diretto, «Il canto delle sirene» e in una cornice come la
certosa di San Giacomo. Accanto a Gleijeses nel ruolo di Gennaro De Sia, c’ è un cast con il figlio Lorenzo Gleijeses, Ernesto Maxieux, Antonella Cioli, Ciro Capano, Gino Curcione, Roberta Lucca, Gregorio De Paola, Salvatore Felaco, Irene Grasso, Brunella De Feudis. Intanto, sempre oggi, nel pomeriggio, ci sarà il
recupero del concerto nella grotta azzurra con Mario Maglione e Fiorenza Calogero, l’ evento più originale ed atteso della kermesse, sia pur per pochi, fortunatissimi, spettatori. Gleijeses, lei è al suo settimo Eduardo, ma da «Filumena Marturano» diretto da Liliana Cavani, a «Uomo e
galantuomo» il passo non è breve. «Non è breve perché sono i due versanti opposti di Eduardo. Uno è un dramma potente, l’ altro un lavoro comicissimo. Ma io amo il teatro comico, è il settore nel quale ho cominciato, ho fatto l’ attore comico per molti anni. È un lavoro di matrice scarpettiana ma si vede già la sua genialità perché a 22 anni scrivere una cosa del genere è straordinario». Ce ne parla? «È un meccanismo ad orologeria. Proverbiale la scena delle prove di Mala nova di Libero Bovio, in cui un suggeritore maldestro, continuamente frainteso dagli attori, ne combina di tutti i colori. Eduardo in realtà mise alla berlina quel dramma di Bovio. E io credo che dietro quella scelta ci fosse anche il ruolo di sostenitore avverso che Bovio ebbe nella causa che D’ Annunzio intraprese contro Eduardo Scarpetta per il plagio della Figlia di Iorio». In qualche modo Eduardo vendicò il padre a modo suo con quello sfottò. La scenografia è di tipo naturalistico? «Non esattamente, anche se rispecchia i canoni. C’ è l’ albergo, la terrazza sul golfo. La scena l’ ha ideata Armando Pugliese, regista preferito di Luca De Filippo, che sta facendo un gran lavoro e a 75 anni ha la verve di un ragazzo. Mi piace la regia, ma adoro anche affidarmi a grandi registi, dai quali prendo sempre qualcosa. E ci tengo a ringraziare la famiglia De Filippo per averci concesso i diritti, io del resto ho avuto la fortuna di entrare nelle grazie del grande drammaturgo fin da ragazzo ed è una ricchezza che mi sono portato dietro con orgoglio enorme. Come nacque quel rapporto? «Ci conoscemmo per caso, io diciannovenne, lui quasi settantacinquenne, a casa di un otorino, comune amico. Aveva un problema di voce bassa. Io avevo debuttato con un piccolo lavoro su Pulcinella, sicuramente poco canonico. Ci presentarono e lui si incuriosì per questo anomalo napoletano biondo e con gli occhi chiari. Vide quel Pulcinella e mi propose di entrare in compagnia. Ma, incredibile a dirsi, gli dissi no per ben tre volte. Insomma, quasi come Pietro che rinnega Gesù Cristo. Lui era un monumento in vita. Ma avevo da poco finito il liceo, i miei spingevano per gli studi universitari e io non ero ancora certo di voler fare l’ attore. Pensavo di aver esaurito le mie possibilità con lui, ovviamente». E invece?
«E invece lui, l’ anno dopo, un giorno telefonò a casa. Rispose mio padre. È Eduardo, mi disse. Io non potevo crederci. Mi convocò all’ hotel San Pietro a Positano. Aveva questa camera bellissima affacciata sul golfo e mi chiese di andare a fare Il figlio di Pulcinella, una sua commedia della quale aveva ceduto i diritti allo Stabile di Parma. E poi l’ anno dopo mi diede i diritti per Gennariniello e Chi è ccchiù felice e me. E al critico di Paese Sera, Luigi Ricci, disse che per me avrebbe revocato il veto alle sue commedie».
Cos’ altro ha in pentola per questa stagione? «Ci sono due mie regie, Così è se vi pare con Pino Micol e Milena Vukotic e poi Testimone d’ accusa di Agata Christie che approda in teatro per la prima volta con Vanessa Gravina, Giorgio Ferrara, Giulio Corso. E poi riprendo come attore Servo di scena diretto da Guglielmo Ferro, il figlio di Turi».


















