Fonte: Il Mattino.it – 30 giugno 2025
di Mariano Della Corte
Una mostra sul confine tra presenza e assenza, tra gesto e sospensione è il lavoro di Anton Alvarez e Giuseppe Lo Schiavo che confluisce nell’esposizione “L’aria aveva una forma” della Plan X Capri. La mostra che ha inaugurato ieri sera e sarà visitabile fino a fine luglio si interroga sul senso della contemplazione delle cose nella nostra epoca dominata dalla velocità delle immagini e dal digitale. Anton Alvarez e Giuseppe Lo Schiavo — esplorano, da prospettive opposte ma complementari, la tensione tra ciò che è materiale e ciò che è mentale, tra corpo e simulazione, tra gesto e percezione. La mostra prende il titolo da un paradosso poetico: immaginare che anche l’aria, apparentemente priva di peso, volume e consistenza, possa assumere una forma, una struttura, una presenza. In fondo, ciò che percepiamo come vuoto non è mai davvero vuoto. È attraversato da forze, memorie, tensioni invisibili. È lo spazio tra due oggetti. È il silenzio tra due parole. È il momento prima del tocco. Alvarez e Lo Schiavo, con mezzi molto diversi, costruiscono oggetti e immagini che abitano questo spazio interstiziale. I loro lavori sembrano emergere da una dimensione interiore e sospesa, in cui l’aria diventa il vero medium comune: non più solo ciò che circonda le cose, ma ciò che le definisce. Anton Alvarez lavora con la materia come fosse un organismo. Le sue sculture sono forme che sembrano generate da una forza naturale, ma in realtà sono il risultato di un processo meccanico meticolosamente orchestrato. I suoi “totem” colorati nascono da un sistema di estrusione da lui stesso progettato, in cui il controllo dell’artista si mescola all’imprevedibilità della macchina. Giuseppe Lo Schiavo esplora invece il potere evocativo dell’immagine simulata. Le sue scene digitali sono finestre silenziose su spazi immaginari, in cui oggetti classici e simbolici fluttuano in ambienti senza tempo. Un busto, un frutto, un dettaglio architettonico: tutto è immerso in un’atmosfera rarefatta, carica di tensione sospesa. La luce, il vuoto, l’orizzonte diventano elementi scultorei. Nel confronto tra questi due artisti si rivela un dialogo profondo, fatto di richiami sottili, di analogie strutturali, di intuizioni formali. Entrambi danno forma a ciò che non ha forma: l’aria, la luce, l’attesa, la memoria.
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