di Luigi Lembo
Qui a Capri, come a Napoli e in tutta la Campania, uno dei cognomi più diffusi è Esposito. Non tutti sanno che questo cognome trae origine dai neonati abbandonati e affidati anonimamente alle istituzioni religiose. A Napoli infatti esisteva la Real Casa Santa dell’Annunziata che era un’antica istituzione finalizzata all’accoglienza dei neonati. Nacque nel XIV secolo insieme alla “ruota” costituita da un dispositivo girevole di forma cilindrica, prevalentemente in legno, diviso in due parti chiuse da uno sportello. Questo congegno, posto in corrispondenza ad un’apertura su un muro, permetteva di collocare, senza essere visti dall’interno, gli esposti, cioè i neonati abbandonati. Facendo girare la ruota, la parte con l’infante veniva a trovarsi dentro l’edificio, dove, aperto lo sportello, si poteva prendere il neonato. A fianco della ruota, nella parte esterna, c’era una campanella che serviva per avvertire della presenza del bambino Gli ospiti dell’istituzione venivano così chiamati “figli della Madonna”, “figli d’a Nunziata” o “esposti” cioè esposti alla protezione della Madonna. Da qui il cognome Esposito di cui si ha la prima testimonianza scritta nell’Archivio con “Fabritio de anni due gettato” all’Annunziata il 1° gennaio 1623 alle 3 e mezza.
Nell’antichità abbandonare figli indesiderati era uso alquanto diffuso presso diverse popolazioni. Gli Ebrei ad esempio ne vietavano l’uccisione ma permettevano l’abbandono o la vendita degli illegittimi. La Grecia antica considerava legale l’infanticidio e l’abbandono. Presso i romani, al padre che non riconosceva il figlio come proprio sollevandolo da terra (da qui il termine “allevare”) era consentito portarlo alla columna lactaria esponendolo alla pietà di chi passava e più spesso alla sorte di morire di fame o essere fatto schiavo. Nel XII secolo, grazie all’interesse di Papa Innocenzo II, inorridito per la cattiva sorte che troppo spesso toccava ai bambini abbandonati, istituisce la “ruota” con un reparto dedicato agli orfani nell’Ospedale di Santo Spirito. Tra il 1806-1815 in Italia, con l’arrivo dei francesi, la “Rota proietti” venne ufficialmente istituita anche nei comuni dell’Italia meridionale per la tutela pubblica dell’infanzia abbandonata. Pochi sanno però che anche a Capri, dal 1810 esisteva a via Longano una ruota degli esposti. A questi bambini si dava il cognome di Proietti ma molti anche il cognome Esposito. Gestiva questa istituzione l’ostetrica Teresa Tonietti di cui si ha notizia già dal 1799. Con la Tonietti operavano a Capri le colleghe Cecilia Esposito e Lucia Mazzola. La “ruota delle’Annunziata” fu attiva a Capri per alcuni decenni; infatti nel 1869 l’ostetrica Maria Saveria Federico in D’Angelo, oltre a cinque figli legittimi, iscriveva nel suo carico familiare ben venticinque “proietti” ambisesso. Dagli estratti della “Statistica Medica Topografica Igienica di Capri” si rileva inoltre che nel 1876 a Capri le levatrici erano tre, due a Capri e una alla Marina ma non si cita più la presenza della “ruota”. Nel 1892 le levatrici erano due: Maria Michela D’Angelo e la sessantenne Raffaella Pisano. Costei era incaricata della consegna dei neonati al brefotrofio della Nunziata di Napoli, attività poi continuata dalla “mammana” Amalia Cibelli che ha operato a Capri fino alla seconda metà degli anni 30 del 900. Oggi, nonostante la scomparsa di questo metodo e malgrado le garanzie offerte dalla legge, si verificano ancora incredibilmente numerosi casi di abbandono neonatale; la Legge Italiana prevede infatti alle donne il diritto di partorire in anonimato, di essere assistite in ospedale e di non essere perseguite se decidono di non riconoscere il figlio.