di Luigi Lembo
Tra le tante gioie negate in conseguenza dell’arrivo del Covid 19 mi piace oggi ricordare quella non secondaria di poter guardare un film nella magica atmosfera di una sala cinematografica. Qui a Capri infatti è stato questo un privilegio quasi sempre soddisfatto, grazie alla presenza di cinema attivi nel tempo in vari luoghi dell’Isola, già pochi anni dopo che Auguste e Louis Lumière avevano inventato la loro straordinaria macchina che proiettava immagini in movimento e che potevano essere viste in un sala con molte persone. Il primo cinematografo caprese, chiamato Salone Margherita, si trovava a via delle Botteghe, in quello che poi sarebbe diventato il negozio alimentari di Giacomo Guida e, a seguire, Capannina Più. Si accedeva dal cortiletto attiguo al barbiere Niola e poteva accogliere poche decine di incantati spettatori. Fu inaugurato intorno agli anni 20 e, essendo il cinema di allora ancora muto, era previsto un accompagnamento musicale che variava, anche nell’esecutore, a seconda dell’argomento della pellicola. Se l’argomento era di genere drammatico, come pellicole del genere Ben Hur, i 10 comandamenti, le due orfanelle… il commento era riservato al maestro De Martino; mentre se il genere era più leggero con pellicole tipo “la febbre dell’oro” “il circo” o con i comici americani come Ben Tarpin, Harold Lloyd, Chaplin ecc, il commento musicale spettava al figlio. Al pianoforte vi era Letizia Falanga e i brani scelti a commento erano spesso selezionati da spartiti di musica da camera e operistica tant’è che questi spettacoli venivano chiamati abitualmente “in opera e in pellicola”. Nel 1928 fece clamore la proiezione del primo film sonoro che si chiamava “il cantante di Jazz” e in tanti fecero a ressa per assistervi anche se la comprensione era complicata dal testo inglese non doppiato e dall’artigianale attrezzatura per diffondere l’audio. Qualche anno dopo sorgeva in via Acquaviva il Cinema Marconi. Iniziò anche questi trasmettendo pellicole del muto ma poi, con l’avvento del sonoro, intorno agli anni 30-31, diede spazio alla nuova “tecnologia” facendo tra l’altro un illustre vittima: il violinista Arturo Catuogno a cui era assegnato l’accompagnamento musicale ai film senza audio. Il Cinema Marconi , pur essendo di ridotte dimensioni, aveva tre ordini di posti: poltroncine rivestite di stoffa rossa, poltroncine in legno e, vicino allo schermo delle comuni sedie da osteria. Al Marconi si andava non solo per vedere films ma anche per informarsi su quando accadeva nel mondo grazie alla proiezione delle “Settimane Incom”, una sorta di cinegiornale che anticipava il film vero e proprio. Venne poi la stagione del Cinema Parco Augusto; era questo un ampio locale affacciato sui Faraglioni, nell’area dove sarebbe poi sorto l’hotel Luna. D’estate erano particolarmente piacevoli le proiezioni in quanto venivano fatte all’aperto su un terrazzo coperto da pagliarelle. Nel secondo dopoguerra fu aperto anche a via Certosa da parte di uno dei fratelli Vuotto un cinema chiamato “Bar Maestro” ma ebbe vita breve. Fu poi l’epoca del Sala Roma a via Acquaviva, del Cinema al Centro Congressi, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui bisogna purtroppo accontentarsi unicamente.. delle pay tv!