Anna Maria Boniello – Rischia di diventare un boomerang la lettera che il sindaco di Capri e due assessori hanno inviato ai titolari dei bar della piazzetta che hanno chiuso i battenti. Ieri la prima levata di scudi ufficiale è arrivata dal presidente dell’ Ascom Luciano Bersani, che ha riunito in seduta straordinaria il consiglio direttivo dell’ associazione commercianti di Capri per rispondere alla lettera.
L’ AFFONDO Nella missiva del primo cittadino veniva espresso tutto il rammarico sul fatto che a partire dal prossimo 10 febbraio e fino agli inizi di marzo il «salotto» caprese sarebbe rimasto con tutti e quattro i bar chiusi, nonostante le istanze arrivate dal Comune, tra l’ altro titolare del suolo pubblico sul quale, si legge, «vengono esercitate le floride attività».
Una frase ritenuta quasi un’ offesa dai commercianti, che non ci stanno a vestire i panni dei colpevoli. A novembre, infatti, così come richiesto dal Comune, tutti gli esercizi pubblici avevano comunicato il periodo di chiusura e riapertura delle loro attività.
Durissima la nota dell’ Ascom contro l’ amministrazione comunale, che secondo Bersani «si è espressa con violenza che non lascia spazio ad un tranquillo confronto. Aver scelto di portare il caso agli onori della cronaca, abbassa e sminuisce nei fatti la volontà di collaborazione che questa amministrazione aveva dichiarato di voler avere con gli imprenditori». Va giù pesante il leader dei commercianti: «Tale modo di approcciarsi – scrive ancora Bersani – oltre ad essere incomprensibile palesa minacce con non aiutano a gestire problematiche complesse, che sarebbero dovute essere già note agli uffici comunali e ai firmatari della lettera inviata dagli amministratori. Tutti gli esercizi hanno inviato al Comune entro il 19 novembre le date che gli venivano richieste. Solo quando vi siete resi conto, per caso, il 14 gennaio, avete inviato una convocazione ad horas per tamponare l’ emergenza».
Il problema, dicono i commercianti, si allarga all’ intero territorio comunale, che in inverno va incontro a una sempre più profonda desertificazione sia del tessuto economico che di quello sociale. Un fenomeno, secondo l’ Ascom, diretta conseguenza di un mancato coordinamento tra tutte le attività economiche, negozi, alberghi, ristoranti, bar, locali notturni e servizi e trasporti pubblici con le istituzioni. Per quanto poi riguarda le «floride attività», l’ Ascom ricorda agli amministratori che la frase a loro destinata denota la poca stima che si ha nei confronti di imprenditori che investono, creano posti di lavoro e danno lustro all’ isola di Capri.
LA POLEMICA La polemica dalla piazzetta si è spostata sul web. Sulla pagina Facebook dell’ Unione nazionale consumatori isola Capri, il delegato esprime tutto il suo disappunto per l’ accaduto: «La chiusura in concomitanza di tutti i bar della piazzetta, che va stigmatizzata a prescindere dalle responsabilità, rappresenta solo la punta dell’ iceberg di un fenomeno più vasto di quanto si possa credere, che si radica nella trasformazione del tessuto sociale e commerciale che Capri ha vissuto negli ultimi decenni. La desertificazione invernale, dove utenti e consumatori non possono che essere parte lesa, in quanto fruitori di servizi che vengono interamente e bruscamente interrotti, benché la legge consenta la libertà di mercato. Quando si parla di isola disagiata a questo ci si deve riferire».
Intanto, mentre la polemica infuria in rete le strade dell’ isola continuano ad essere deserte.
Negozi chiusi e luci spente: per vedere l’ altra faccia di Capri bisognerà aspettare l’ arrivo della nuova stagione turistica.