Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – A Capri il diritto alla mobilità e lo stop dei disagi legati all’insularità passano dal “modello Sardegna” e dalla “legge quadro per lo sviluppo delle isole minori marine, lagunari e lacustri”. È nelle aule parlamentari, tra gli uffici competenti e gli iter di legge, che si trova la soluzione per i tanti, sempre più evidenti ed evidenziati problemi, dell’isola azzurra creati dai collegamenti marittimi con la terraferma che passano dal divenire troppi e ingestibili nei mesi turistici a troppo pochi, con conseguenti criticità nei periodi “freddi” e diritto alla mobilità che viene meno. La proposta di “Legge quadro per lo sviluppo delle isole minori marine, lagunari e lacustri” ottimamente elaborata con il “Servizio Studi del Senato Ufficio ricerche nei settori ambiente e territorio” e “Servizio Studi Dipartimento Ambiente della Camera”, infatti, prevede “una serie di misure volte ad assicurare una crescita sociale ed economica delle isole minori marine, lagunari e lacustri in considerazione del valore naturalistico e del patrimonio culturale che tali isole rappresentano”. La proposta si ispira alla legge costituzionale sul riconoscimento dell’insularità che in un comma aggiuntivo dopo il quinto comma dell’articolo 119 della Costituzione, dallo scorso anno sottoscrive che “la Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole” e “promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”. In particolare, al sedicesimo articolo dei ventiquattro che compongono il disegno di legge, si dispone che “sono previste misure per i trasporti locali nelle isole minori, al fine di assicurare che eventuali sospensioni o interruzioni dei servizi siano causate da ragioni effettive di eccezionalità e
indifferibilità, devolvendo alle regioni territorialmente competenti compiti di vigilanza e poteri sanzionatori e la capacità di definire un piano di messa in sicurezza dei porti e degli approdi”.