di Massimo Cerrotta
“Chi nun c’è stato ancora ce venesse! E chi c’è stato ca ce riturnasse!”
Così invitava il Maestro Gennaro Napoli, all’inizio della sua Anacapre è ‘na canzone, composta in occasione della prima Settembrata Anacaprese.
Correva l’anno 1923, poi denominata I Era Fascista, e Anacapri veniva descritta e raccontata come un vero e proprio tempio dei valori antichi, come uno scrigno pieno di preziose tradizioni, agricole ed artigianali. Ad alcuni suoi ospiti illustri sembrò quindi naturale, oltre che doveroso, istituire una festa che onorasse la vendemmia e il lavoro nei campi, le mani incrostate di terreno e i piedi macchiati di mosto. Una festa calda e accogliente, fatta di vino e cibo e balli e canti, e che mettesse insieme tutti: i signori e gli umili, i poeti e gli analfabeti, gli isolani e i furastieri. Un’idea che si rivelò vincente, e alla cui realizzazione parteciparono, anno dopo anno, importanti artisti come Emilia Gubitosi, Franco Michele Napolitano, Filippo Tommaso Marinetti e Lino Lipinsky, oltre al già citato Gennaro Napoli. E così si andò avanti, giocosamente, fino al 1930, anno in cui la Settembrata varò la sua ultima edizione prima di un lungo periodo di letargo, verosimilmente dovuto alla crisi economica partita l’anno prima dagli Stati Uniti.
La celebrazione venne poi rispolverata nel 1977, salvando così un patrimonio di storie e tradizioni che altrimenti sarebbe finito sbriciolato dal tempo. Da lì in poi, la Settembrata ha rapidamente rimesso radici, radici solide, forti, inestirpabili: come una vite, ha continuato a crescere, ad espandersi ed ad arricchirsi, senza mai più fermarsi. Di anno in anno si sono susseguite sfilate, spettacoli, gare sportive tra le contrade, viaggi indietro nel tempo, serate gastronomiche e tableaux vivants, tutti alimentati da quel senso di comunità e fratellanza che gli Anacapresi hanno sempre coltivato con pazienza e passione, tanto quanto la loro uva.
L’edizione 2018, che avrà inizio il 26 agosto e terminerà il 2 settembre, ricorderà i vari personaggi che scelsero Anacapri come asilo naturale nel quale perdersi e ritrovarsi: tra i tanti, il pittore tedesco Otto Sohn Rethel, fondatore di un cenacolo culturale nella sua Villa Lina; ma anche le poetesse Ada Negri ed Alma Siracusa Vuotto; e poi lo scrittore Graham Greene, anche insignito, nel 1978, della cittadinanza onoraria anacaprese.
A questo link troverete allegato il programma della manifestazione.
http://www.comunedianacapri.


















