Fonte: Il Mattino
di Anna Maria Boniello
Niente boe, ai Faraglioni torna il muro delle barche IL CASO Anna Maria Boniello La foto postata sui social ieri mattina, immediatamente diventata virale sul web, con la baia di Marina Piccola invasa da una folla di scafi di piccole e medie dimensioni, dal gommone al gozzo, dal motoscafo cabinato a barchette con motori fuori bordo, era
eloquente: chi ammirava il panorama dall’ alto, aveva l’ impressione di assistere a un vero e proprio assalto all’ isola.
Una scena di affollamento in mare, che vuol dire inquinamento ambientale e acustico, in uno degli angoli più belli e suggestivi di Capri: angolo salvato la scorsa estate dall’ apposizione di una barriera galleggiante con boe e reti di protezione, fatta installare dal Comune e fatta rispettare dai controlli di carabinieri e guardia costiera. Ma ieri, giornata di festa e primo giorno di un «ponte» lungo e che si annuncia affollatissimo, la situazione è tornata al punto di partenza, proprio perché quell’ ostacolo, che non consentiva ai natanti l’ ormeggio né l’
arrivo sotto costa, non è stato ancora installato.
GLI UFFICI La polemica, naturalmente, è subito divampata. Il Comune in effetti il problema se l’ era posto, e aveva pubblicato il 25 maggio una determina affidando i lavori di installazione della barriera di protezione a una ditta specializzata in lavori in mare, con propri sub e relative attrezzature. Dice l’ assessore ai Beni culturali e ambientali Paola Mazzina: “Abbiamo subito dato incarico agli uffici di completare la pratica che ci consentirà l’ immediata installazione della barriera.
Siamo assolutamente determinati a contrastare il fenomeno del sovraffollamento della baia di Marina Piccola, uno scempio andato avanti per anni.
Alla fine del 2021 – continua Mazzina – abbiamo anche dato indirizzo agli uffici di lavorare per estendere la delimitazione con le boe ad altre aree. Attendiamo i tempi tecnici».
LE PROTESTE Eppure quanto accaduto ieri dimostra che non c’ è tempo da perdere. Peraltro, sottolineano molti operatori, questo movimento di imbarcazioni da diporto, che in gran parte arrivano da Napoli e dalla costiera sorrentina, non porta all’ isola introiti di nessun tipo. E negli stabilimenti balneari di Marina Piccola, dai più lussuosi ai più economici, le proteste non sono mancate: il muro di barche ha reso sicuramente meno piacevoli i primi bagni della stagione. Uno scenario apparso paradossale nell’ isola dove appena poche ore prima si era concluso un Convegno sul Paesaggio con la partecipazione di esperti e personalità illustri, organizzato a cento anni di distanza da quello organizzato dall’ allora sindaco Edwin Cerio: il primo in assoluto su un tema che all’ inizio del Novecento non suscitava certo l’ interesse odierno.
«Ma questo scempio – sottolinea ancora l’ assessore – conferma una volta di più quanto è emerso nel convegno, e cioè la necessità che tutti i soggetti istituzionali coinvolti nel processo decisionale concorrano, ciascuna per la propria parte, a tutelare il patrimonio ambientale:
Comuni, organi di controllo, Capitaneria ed altre autorità».
LA LEGGE Pesa moltissimo anche la mancata istituzione dell’ Area Marina Protetta, progetto ripreso dopo decenni proprio da questa amministrazione e che, quando finalmente nascerà, metterà attraverso una legge la parola fine all’ ormeggio selvaggio. «Tutto questo – continua Mazzina, delegata dal sindaco proprio a seguire l’ iter dell’
istituzione del Parco marino – non deve far perdere di vista che serve anche il senso di responsabilità da parte di ogni fruitore dell’ area: a Marina Piccola, infatti, le boe servono solo a rendere visibile quanto le ordinanze della Capitaneria di Porto già prevedono». E dalla stessa Capitaneria caprese si fa sapere che già da tempo erano state inviate agli uffici comunali lettere di sollecito per accelerare l’ apposizione delle barriere. Il primo bilancio dei controlli effettuati ieri in mare e sotto costa è di 15 multe elevate per violazione alle norme del codice nautico.