Fonte: Metropolis
di Marco Milano
A Capri “difendere il tessuto commerciale è una questione di identità e tipicità”. A lanciare il messaggio è l’Unione nazionale consumatori isola di Capri che è intervenuta attraverso le proprie pagine social ufficiali sull’argomento sempre “caldo” in questi mesi…freddi sull’isola azzurra della chiusura di negozi ed attività che lasciano la terra cara all’imperatore Tiberio, desolatamente vuota e buia, sia in senso materiale che morale. E se dal prossimo mese di dicembre la prima edizione della mostra d’arte itinerante nelle vetrine delle boutique chiuse è una risposta alla Capri deserta, il delegato isolano dei Consumatori Teodorico Boniello sottolinea come c’è anche bisogno di difendere l’identità commerciale di un territorio per preservarne la propria tradizione e tipicità, così tanto ricercata e richiesta dalle migliaia di turisti che quotidianamente la raggiungono e la visitano nei mesi di bel tempo. “E’ importante questa iniziativa della mostra itinerante – ha detto Teodorico Boniello dal profilo facebook ufficiale dell’unione consumatori – di carattere artistico, turistico, ma soprattutto sociale, promossa dal comune di Capri, per il difficile inverno caprese, in attesa che vengano studiati ed adottati provvedimenti per limitare la desertificazione invernale. Spazi pubblici e vetrine dei negozi chiusi d’inverno ospiteranno una manifestazione artistica che punta soprattutto, lo si auspica fortemente, a dare decoro alle strade del centro storico, troppo spesso abbandonate a se stesse proprio da chi in quelle strade in alta stagione produce e guadagna”. Ma non solo la questione invernale. Secondo Teodorico Boniello bisogna difendere il tessuto commerciale di Capri. “E’ una questione – spiega – di identità e tipicità”. E per meglio rimarcare l’importanza della nuova battaglia che l’unione nazionale consumatori isola di Capri porterà avanti in difesa delle tradizioni capresi, dalle proprie pagine social è stato condiviso un messaggio ad hoc. “Quando ci toglieranno l’ultima bottega – si legge – l’ultimo negozio, quando andremo soltanto nei mononarca, nelle catene, solo allora capiremo che ci hanno levato l’amore, la passione, la creatività, la gentilezza, delle persone che hanno reso l’Italia il Bel Paese”.