Fonte: Il Secolo XIX
di ALBERTO GHIARA
L’amministratore delegato: «La compagnia è solida e ha una grande storia Puntiamo sul brand forte e sulle tecnologie moderne per espandere l’attività»
Torno a lavorare con le navi, trovo collaboratori giovani che hanno voglia di volare alto, ho un ampio mandato in un’azienda solida e con una grande storia»: non nasconde i motivi di entusiasmo, Pino Musolino, per la sua nuova avventura alla guida del gruppo Alilauro. Da un mese e mezzo è passato dalla guida dell’Authority di Civitavecchia a diventare amministratore delegato nell’azienda della famiglia Lauro, fondata dal capostipite Agostino e cresciuta con il figlio Salvatore. E adesso il know-how familiare si sta trasferendo alla terza e più giovane generazione. Per lei parte una nuova attività. Che cosa si aspetta? «È già partita da parecchi giorni, ho già avuto due consigli di amministrazione. Stiamo lavorando moltissimo su molti temi. Alcune sfide sono imminenti, come quella della Coppa America, che richiederà da parte di tutti, pubblico e privato, uno sforzo importante per renderlo un evento di livello e far venire fuori l’Italia che funziona». Quale sarà il vostro ruolo? «Il Golfo di Napoli è la seconda area al mondo per numero di passeggeri, dopo quella di Hong Kong e Macao. E un dato enorme, che soltanto per Alilauro significa trasportare ogni anno cinque milioni di persone. Noi colleghiamo tutte le isole del Golfo, la Costiera, ma anche la Sicilia e ci stiamo espandendo. La Coppa America oltre ai turisti porterà i duecento partecipanti più le loro famiglie che vivranno qui un anno e mezzo perché i team arriveranno ad aprile del 2026, ma la Coppa America vera e propria si fa nell’estate del 2027. Per noi è un’opportunità per crescere, svilupparci, acquisire nuove competenze per servire passeggeri con alta capacità di spesa. La Coppa America non è al centro dei nostri progetti, ma è un volano per fare un salto di qualità gestionale». Quali sono i punti al centro del suo mandato? «Una più forte internazionalizzazione, espansione della flotta e attenzione alla sostenibilità. La nostra è una società storica con un brand fortissimo. Il fondatore, Agostino Lauro, una figura quasi mitica per la sua impresa di andare a prendere una nave in America dopo la guerra, è stato il primo a introdurre il portellone ro-ro sugli aliscafi. Indro Montanelli lo aveva chiamato “il principe degli aliscafi del Golfo di Napoli”. Il figlio Salvatore ha portato il gruppo al consolidamento e all’espansione con 70 navi e 700 dipendenti in alta stagione, un’attività variegata al di là della parte armatoriale, con offerta turistica, la cantieristica in cui facciamo anche la manutenzione delle nostre imbarcazioni, la partecipazione al 22,7 per cento nella stazione marittima del porto di Napoli. Io ho il privilegio di aver sviluppato un’expertise importante nel setPino Musolino, dopo esperienze internazionali nel settore privato a Anversa, Singapore e in Hapag Lloyd, è stato presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico settentrionale e di quella del Tirreno centrosettentrionale. Dal principio dello scorso agosto è amministratore delegato di Alilauro tore delle crociere, prima alla guida del porto di Venezia poi di quello di Civitavecchia che quest’anno farà oltre 3,5 milioni di crocieristi». Rispetto alla sua attività passata, che cosa trova di nuovo adesso? «Questa è un’attività molto stimolante che mi permette di restare nel mondo dello shipping e di tornare a occuparmi di navi, dopo la parentesi di presidente di porti, come facevo in Hapag Lloyd. In Alilauro in più c’è una specializzazione sui passeggeri e sulle navi veloci, che hanno regole diverse, anche in chiave Da realtà internazionali a una molto locale, che però è conosciuta in tutto il mondo: Ischia, Capri, la Costiera amalfitana. Che ambizioni avete? «Noi facciamo anche le Metropolitane del mare, collegando Sorrento al Cilento. Cercheremo di farlo anche in altre regioni italiane, perché l’Italia ha deficit di infrastrutture stradali. Perché non collegare alcuni dei posti più belli d’Italia, che spesso sono sul mare, con servizi di linea veloci? Lavorare nei porti mi ha insegnato a portare avanti questi progetti rispettando le identità territoriali. Sul fronte dell’internazionalizzazione partiamo dal rinnovo delle flotte che ci permetterà di aggredire nuovi mercati. Stiamo facendo ricerche sui flussi, le modalità di trasporto stanno cambiando. Il Mediterraneo è costellato di isole, ma i collegamenti veloci via mare non erano finanziariamente sostenibili. Finora erano servite dalle compagnie aeree low cost a prezzi irrisori. Dopo il Covid non è più così, le compagnie aeree non sono più così low cost. Per contro la tecnologia delle imbarcazioni sta cambiando, abbiamo navi a alta velocità che viaggiano a 24 nodi portando camion, auto e 400 passeggeri, con anche un drastico calo delle emissioni. Questi mezzi possono essere un’alternativa validissima. Invece che da aeroporto a aeroporto si va da un porto a un altro, che normalmente sono già nel centro della città. È un’opzione molto valida, queste offerte possono diventare interessanti e noi le stiamo valutando. Anche perché molti Paesi del Mediterraneo stanno aprendo al mercato le linee, che non sono più assegnate a operatori unici. Non facciamo voli pindarici, ma abbiamo l’ambizione di utilizzare la dote del nostro brand». Alla guida dell’Authority a Napoli c’è il suo predecessore in Alilauro, Eliseo Cuccaro. «Non ho commenti da fare. Lavorerò nel massimo rispetto delle istituzioni, conoscendo la difficoltà di quel ruolo. Magari senza fare domande inutili all’amministrazione, perché si spera che le risposte io le conosca già».


















