Fonte: Il Mattino
di Anna Maria Boniello
Si spengono le note e le luci del by night e le feste si trasferiscono nelle ville e nei giardini. Nemmeno un conflitto mondiale era riuscito ad annullare la musica, il divertimento e la spensieratezza negli alberghi e nei locali storici dell’ epoca, come il «Tabù» in via Le Botteghe e il ristorante «Il Campanile», oggi megastore di Prada in Piazzetta, dove i soldati americani in vacanza si riunivano durante l’ occupazione. A quel tempo, l’ Isola Azzurra era stata dichiarata «rest camp», e la movida non si era fermata nemmeno mentre sulla terraferma infuriavano i bombardamenti. Tra questi vacanzieri in divisa, c’ era addirittura un giovane marines poi diventato famoso nel mondo come «The Voice», alias Frank Sinatra, e persino Peppino di Capri, a soli quattro anni, si esibiva per le truppe americane di stanza sull’ isola sotto la guida del Generale Mark Clark, che ascoltava le note del giovanissimo pianista insieme ai suoi soldati.
FESTE IN VILLE Oggi, invece, i locali notturni chiudono per il covid e come risultato di una scelta autonoma da parte degli stessi titolari, che avrebbero potuto restare aperti, servendo i propri clienti ai tavolini e senza ballo. I vip, giovani e non, hanno optato per le feste in villa, con tanto di musica e divertimento sfrenato, un ripiego che tiene deserte le strade della movida e spente le luci delle boutique griffate in questo finale di agosto inedito e inaspettato.
Pochi giovani si sono ritrovati in alcuni angoli più frequentati, comprendendo la decisione degli esercenti. «Hanno fatto bene a chiudere. Hanno preferito privilegiare la nostra sicurezza ai guadagni sicuri. Garantire le distanze di sicurezza stava diventando impossibile», racconta un turista milanese. E un altro giovane che passeggiava a notte fonda tra le ormai deserte strade della movida, ha ribadito: «Ci sono tanti modi alternativi di divertirsi. Io sono appena rientrato dalla Sardegna ma trovo giusto che dopo Ferragosto i locali abbiano scelto di spegnere le proprie luci. Purtroppo quest’ anno è andata così, ma speriamo in un futuro migliore».
Luogo di ritrovo, in questo strano weekend, è tornata ad essere la Piazzetta dell’ Artigianato, detta «Piazzetta del Muretto», un piccolo anfiteatro con un muretto in mattoni dove aspettare l’ alba è quasi un rito. Altri giovani si sono invece ritrovati davanti alle porte chiuse dei locali notturni, come in attesa di una inaspettata riapertura. E non si sono visti nemmeno i consueti assembramenti in via Camerelle e in Piazzetta, dove c’ è stato un calo di clienti tra i tavolini dei suoi quattro bar, dove normalmente era impossibile trovare un posto libero. I pochi passanti e clienti di bar e ristoranti indossavano disciplinatamente la mascherina, così come impongono sia l’ ordinanza del sindaco Marino Lembo che quella del ministro della Salute.
Sulla chiusura dei locali notturni si è registrato un ampissimo consenso anche da parte dei genitori dei giovani frequentatori, che hanno apprezzato la scelta, considerandola «un gesto di responsabilità davvero encomiabile, anche se a Capri non ci sono poi così tante alternative per divertirsi e passare qualche ora di divertimento in sicurezza e tranquillità». Forse, da questa emergenza potrà svilupparsi un nuovo modo di aggregarsi in sicurezza, molto simile a quello dei decenni passati, quando ci si incontrava e ci si divertiva con poco.
Ma anche se il by night rallenta in questo finale di agosto, non è detto che l’ estate sia finita così: tante sono le idee che i titolari dei locali vogliono mettere in campo per riportare a Capri quell’ atmosfera di allegria non chiassosa che la rende diversa da tanti luoghi di vacanza che già in questi giorni chiudono i battenti. «Ci sono ancora settembre e ottobre per riprendere si sente dire dagli addetti ai lavori speriamo che si allenti anche la tensione e che l’ emergenza di questi giorni vada man mano scemando con l’ aumento del senso di responsabilità. Allora a Capri si potrà tornare a lavorare serenamente e in sicurezza».


























