Fonte: Metropolis
di Marco Milano
L’overtourism a Capri come altrove si “combatte” con l’allungamento del periodo turistico e l’incentivo al turismo fuori stagione. L’isola azzurra, in questo inizio di settimana come in tante altre occasioni, si è mostrata agli occhi di visitatori e osservatori nella sua sempre più consueta mise di località affollata tout court. Non ci sono più abitudini né ritmi tradizionali, ormai Capri è presa d’assalto in qualsiasi momento. In semplici giorni infrasettimanali di maggio, un tempo simbolo del rientro post weekend, per esempio, agli imbarchi per Capri, invece, anche dopo le ore 12 ci sono ancora le file delle grandi occasioni. Segnale importante per gli analisti è la presenza a fronte di svariate centinaia di persone che si imbarcano alla volta dell’isola azzurra la presenza di un numero esiguo di bagagli, dato inequivocabile che si tratta di crocieristi ed escursionisti che fanno rotta verso Capri quando ormai le lancette si indirizzano sull’ora di pranzo per una toccata e fuga e ripartenza dallo scoglio caro a Tiberio già nel pomeriggio. Una mole di persone, tante, che tutte insieme, necessitano di servizi e infrastrutture in una manciata di ore. Insomma giorni ormai ordinari in un’isola alle prese con la parola del momento, overtourism, un fenomeno che non affligge soltanto Capri ma, come evidenziato di recente da uno studio di “Demoskopika” che ha ideato l’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (Icst), miete vittime importanti come le città d’arte italiane, Venezia, Milano, Firenze e Roma e non solo. “L’overtourism – ha detto Raffaele Rio, presidente di Demoskopika – non solo minaccia la sostenibilità delle nostre destinazioni più amate ma rischia anche di compromettere la qualità dell’esperienza per i visitatori e la qualità della vita per i residenti. È fondamentale incentivare il turismo fuori stagione promuovendo i luoghi anche in periodi meno affollati”.