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L’opinione – Governo: lo sforzo titanico di Draghi e il pugno di ferro

di Redazione
31 Gennaio 2022
in News
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Seggiovia Monte Solaro

Riceviamo e Pubblichiamo dal “Segretario Generale di Unimpresa”

Prof. Raffaele Lauro

Quisisana

Scongiurato, con la conferma dell’unico asse politico-istituzionale possibile, Mattarella/Draghi, il pericolo del caos istituzionale, mentre i cosiddetti leader dei partiti della maggioranza governativa si leccano le ferite per gli errori commessi e per le faide montanti nei loro partiti e nell’ambito delle rispettive coalizioni, ancorché di mera facciata, ci si interroga sul rafforzamento istituzionale, o meno, del premier Draghi, nonché sulle modalità di conduzione del suo governo di emergenza, nell’ultimo anno di legislatura. O, meglio, nei dieci mesi utili, prima dello showdown elettorale del 2023. Le estenuanti mediazioni dell’ultimo periodo, tra le frustrate componenti dell’esecutivo, o il decisionismo, senza compromessi al ribasso, della prima ora, alias un pugno di ferro sui numerosi e complessi problemi da affrontare e risolvere, con l’inesorabile fattore tempo in agguato? Un interrogativo del tutto ozioso, oltre che retorico, se, in ossequio al principio di realtà, si passano in rassegna i contenuti, urgenti e indifferibili, dei dossier sul tavolo, la cui sola elencazione, senza neppure entrare nel merito, fa tremare le vene e i polsi. In primis, la costante gestione della pandemia, con l’auspicabile uscita dallo stato di emergenza, la prima fase attuativa del Pnrr con l’acquisizione delle risorse europee 2002, l’inflazione galoppante, l’aumento dei costi delle materie prime, in primis dell’energia, con ulteriori misure calmieratrici incisive da adottare, i sostegni da varare per le famiglie, per le imprese e per il mondo del lavoro, in grande difficoltà, la politica di bilancio con il controllo del debito pubblico e dello spread. E, inoltre, il prosieguo dell’attività riformatrice, complementare al Pnrr, nonché l’attuazione e la definizione esecutiva delle riforme strutturali, già avviate: giustizia, fisco, pubblica amministrazione, semplificazione, trasparenza, sostenibilità, digitalizzazione e il rebus, non insignificante, delle concessioni balneari. Tanto per citare le questioni più immediate e sottacendo i fronti internazionali, dalle tensioni in atto, tra Usa, Russia ed Europa, sulla frontiera ucraina e nel Mediterraneo, nonché le sfide, geopolitiche e commerciali, della Cina di Xi Jinping. Al governo Draghi, quindi, sarà richiesto, da domani, uno sforzo titanico, che non consentirà più dilazioni o perdite di tempo, peraltro limitatissimo. Draghi non ha alternative, anche se è legittimo dubitare, ad oggi, che le componenti della maggioranza ne abbiano piena consapevolezza! E senza contare gli imprevisti, disseminati, come trappole, sul cammino: dai prossimi sussulti interni ai partiti agli appuntamenti elettorali intermedi, nonché, in tarda primavera, l’esplosivo passaggio dei referendum abrogativi, a partire da quelli dirompenti sulla giustizia, sull’eutanasia e sulla cannabis legale, se supereranno, il prossimo 15 febbraio, il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale.

Prec.

Importante accordo tra il Ministro del Turismo e i Comuni delle Isole Minori.

Succ.

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