Anna MAria Boniello Capri. «Capri rischia di scoppiare e quindi dobbiamo porre un limite». Non numero chiuso, ma una «riprogrammazione» degli sbarchi che eviti un’ eccesso di arrivi sull’ isola in alcune ore del giorno, riducendo le corse di aliscafi e traghetti. Questo l’ appello lanciato dal sindaco di Capri Gianni De Martino a Lucca dalla tribuna di Lubec, la manifestazione dedicata a turismo e beni culturali giunta alla XII Edizione nell’ ambito del panel su «Sostenibilità e decoro». Un tema che crea preoccupazione tra amministratori e addetti al comparto turistico, e tra questi il primo cittadino dell’ isola azzurra che nel suo intervento si è soffermato sulla necessità di assicurare a questi attrattori turistici anche interventi normativi e strumenti idonei a garantire la sostenibilità dei flussi turistici che vanno man mano sempre più aumentando. Il sindaco ha tenuto a sottolineare che «Sostenibilità e decoro vanno a braccetto e quindi non si può parlare di decoro quando una città o un isola non diventano sostenibili, proprio dal punto di vista della ricettività. È solo un’ illusione pensare che aumentare il numero dei visitatori possa essere l’ unico obiettivo di una località turistica, al contrario essa deve essere apprezzata per la qualità dell’ accoglienza». E poi il sindaco di Capri lancia da Lucca il suo monito a porre un limite e chiedere più autonomia ai comuni nella gestione dei loro territori, spiegando che «l’ ente locale è il responsabile, il custode e soprattutto il migliore conoscitore di se stesso». Un vero e proprio grido d’ allarme lanciato alle istituzioni nazionali da parte del primo cittadino di Capri: «Lo chiediamo ormai da anni, ed ora siamo arrivati al punto che gli sbarchi superano anche i 13mila in un giorno. Tutto ciò prova caos e congestionamento nella mobilità sia veicolare che delle persone. A volte i turisti sono costretti ad attendere anche un’ ora nell’ area portuale, e questo non è più accettabile». Dopo aver indicato alcune ricette, il sindaco De Martino ha lanciato la sua provocazione: «Il Comune di Capri non chiede di chiudere al turismo di massa, ma di razionalizzare gli arrivi. Occorrono certamente nuove soluzioni di mobilità interna, ma innanzitutto occorre porre un limite, perché se il territorio viene aggredito, il decoro non sarà più possibile garantirlo». Infine la richiesta di collegarsi alle altre amministrazioni perché «di concerto altre importanti località turistiche italiane possano chiedere un provvedimento o una legge speciale che dia ai sindaci la possibilità di governare il loro territorio».
















