Fonte: comunicato stampa
Per oltre un secolo si è ritenuto che la Causa di beatificazione di Prudenza Pisa, poi Suor Serafina di Dio, iniziata nel 1699, anno della sua scomparsa terrena, si fosse conclusa negativamente nel 1876.
Questo si riteneva anche nel 1899 quando, mentre era parroco Mons. Giuseppe De Nardis, fu situata nella Piazzetta la grande lapide in marmo, che la definisce “lustro e vanto singolare di Capri”.
Nata nel 1621, vissuta sempre nell’isola, a quarant’anni riuscì a costituire la Comunità femminile del Santissimo Salvatore, per la quale, nella casa che le aveva lasciato lo zio parroco Marcello Strina, costruì il Monastero e l’unita chiesa.
In seguito costruì e riordinò monasteri a Massa Lubrense, Vico Equense, Pagani, Torre del Greco, Fisciano.
Nel 1683 fondò ad Anacapri il Monastero di S. Michele e iniziò la costruzione dell’omonima chiesa, dove è stato ideato ed è iniziato il Premio Capri-S. Michele.
Suor Serafina di Dio è stata il primo scrittore caprese, ed è l’unico abitante di Capri per il quale si è iniziata una Causa di beatificazione.
Queste cause progrediscono quando c’è conoscenza popolare del Servo di Dio, convinzione della sua santità, e lo si prega chiedendo grazie per sua intercessione.
Il ritenere che la Causa di Suor Serafina si fosse chiusa nel 1876 ha sempre più allontanato dalla sua conoscenza storica, ed anche dal pregarla per chiedere grazie per sua intercessione.
Tuttavia ella ha continuato e contunua a vivere nelle comunità di Capri ed Anacapri sia perché nei locali dei suoi due monasteri isolani ci sono abitazioni private, scuole, studi professionali, botteghe, alberghetti, soggiorni per turisti che, per lo più, danno quotidianamente notevoli frutti economici, sia perché la sua chiesa del Santissimo Salvatore continua ad essere consacrata ed adibita ad attività religiose e sociali; e la chiesa di S. Michele, anch’essa consacrata, ed adibita anche a funzioni religiose, è nota ovunque e viene visitata quotidianamente da turisti di ogni parte del mondo. Ma continua a vivere anche per il suo poter essere la prima beata dell’Isola.

















