di Luigi Lembo
Nell’ampia casistica di personaggi insoliti, curiosi e talvolta inaspettati, pochi si aspettano di trovare nella storia di Capri anche una chiromante ! Eppure non ci siamo fatti mancare neanche questo: la regina di questo esoterismo in salsa caprese si chiamava Carmela Capasso Buronzo, in arte Madame Carmen, chiaroveggente, intima amica di Edda Ciano. Madame Carmen viveva a Villa Madonnina, meglio conosciuta dai capresi come Villa Buronzo; qui aveva allestito un suo studio personale con grossi quadri con inquietanti figure africane, oggetti vari come amuleti, teschi, boccette di profumo e un grande telefono nero, quasi come se avesse un filo diretto con l’aldilà. Leggeva le carte alla nomenclatura fascista dell’epoca e non solo tanto che qualcuno la chiamava anche come la Veggente di Mussolini. La sua abitazione divenne il crocevia di principi della Dolce Vita e di poveri pescatori e grazie a questa sua attività veniva a conosceva dei fatti di tutta l’Isola. Con la sua “professione” elargiva consigli per gli affari, diramava liti giudiziarie, suggeriva tattiche amorose e, soprattutto, liberava dalle cattive influenze. Con l’inizio della guerra il suo lavoro si moltiplicò: non c’era popolana o nobildonna che, con il moroso al fronte, non andava ad ascoltare i suoi responsi. Lei leggeva la mano, le carte e fondi di caffè e di fronte alla sua abitazione la gente faceva la fila per avere i suoi consigli. Madame Carmen non accettava denaro così i clienti si presentavano spesso con doni in natura come polli, conigli o ceste di frutta. Anche in piena guerra, quando gli approvvigionamenti erano scarsi, il dovuto per Madame Carmen non mancava mai.. Tra le sue clienti più affezionate c’era la Contessa Ciano. Con lei aveva instaurato un rapporto intenso e quasi morboso, adulandola e assecondandola anche nelle sue perversioni amorose. Madame Carmen era sposata in seconde nozze con Vincenzo Buronzo, insegnante e fondatore del movimento Balilla. Buronzo doveva la sua fortuna per aver sposato in prime nozze la cognata di Arnaldo Mussolini, ma ora che era venuto meno questo privilegio cercava tramite la seconda moglie qualche appoggio per un suo ritorno in politica. L’impegno di Madame Carmen a favore del marito tramite importanti personaggi come il capo della polizia Bocchini e nel farsi raccomandare per richiedere raccomandazioni e udienze dal Duce non sfuggirono all’Ovra che spiò sull’Isola per molto tempo i personaggi. Uscirono così fuori untuose e imbarazzanti lettere, ricche anche di rivelazioni per il futuro sulla gloria del Duce ma anche con i il coinvolgimento di ospiti dell’Isola ed esponenti della nomenclatura caprese. Tra questi la stessa Edda Ciano che per le confidenze fatte alla chiromante rischiò di essere etichettata come spia del regime. Nonostante ciò l’ambizione della chiromante caprese ottenne i suoi frutti: nel febbraio del 43 Buronzo diventa senatore a vita sbaragliando un’agguerrita concorrenza. Nel giugno dello stesso anno viene chiamato a presiedere l’Istituto di cultura Fascista, un incarico a quei tempi prestigioso nonostante le perplessità di uno scandalizzato Bottai. Finita la guerra la chiaroveggente caprese continuerà la sua attività anche se riservando la sua presenza a Capri a sporadiche visite e questo fino alla morte del marito avvenuto nel 1976.