Fonte: Il Mattino
di Federico Monga
Gentile direttore, in riferimento alla polemica sulla gestione della Certosa di San Giacomo in Capri, di cui il Mattino ha trattato nei giorni scorsi, il più antico monastero dell’ Isola Azzurra – monumento architettonico trecentesco-, resto sorpreso che non si riesca a ben valorizzarlo come si potrebbe con una attenta gestione per consentire a tutti di svolgervi le attività e manifestazioni culturali. L’ Isola di Capri è infatti famosa in tutto il mondo e, a mio avviso, non può essere sminuita nella sua assoluta e particolarissima identità, per mancanza di ordinaria amministrazione, come per tutti i luoghi di arte e cultura del mondo. Ed allora, si dia a Capri e ai suoi tanti tesori la giusta tutela che merita, nelle forme più appropriate e moderne.
Giorgio Nocerino Napoli.
Caro Giorgio, anche sul caso della trecentesca Certosa Capri si dimostra, come spesso avviene in molte parti del Mezzogiorno, litigiosa. O per lo meno non riesce a lavorare nella stessa direzione, atteggiamento indispensabile quando si vuole valorizzare uno dei tanti nostri tesori, soprattutto se le risorse sono scarse. In questo caso Comune e sovrintendenza sono ai ferri corti. Cosa è successo?
Una parte della Certosa è stata affittata da una nota marca di gioielli per un week-end di gala. E ben vengano questi eventi che portano risorse. Anche perché l’ azienda ha provveduto, oltre a pagare un canone, anche a restaurare una parte del chiostro. I tempi di restituzione dello spazio sono andati troppo per le lunghe. E allora il Comune, non potendo ospitare una festa della danza dedicata alle ragazze capresi, ha risposto vietando il passaggio dei mezzi elettrici in direzione della Certosa. Una vera e propria ripicca che fa male solo a Capri. Francamente non capisco questa litigiosità. L’ Isola Azzurra ha bisogno di essere governata evitando che diventi una preda, sempre meno preziosa, dilaniata da orde di turisti fuori controllo.

















