
«Il festival pone una domanda: quale rivoluzione culturale possiamo mettere in atto oggi? Perché il Sessantotto non è stato soltanto l’ anno della rivoluzione politica, ma anche culturale e noi ora ne abbiamo assolutamente bisogno», spiega Massimiliano Finazzer Flory, curatore e ideatore della rassegna.
Si parte alle 19 nella sala auditorium del cinema Internazionale con il reading teatrale dello stesso Finazzer Flory che interpreta Andy Warhol, mettendo in relazione l’ uomo e il rapporto con l’ arte, attraverso il racconto della vita dall’ artista che ha rivoluzionato il concetto di pop-art.
Domani si parlerà del rapporto tra l’ uomo e la tecnologia nella sala consiliare del Comune alle 19, partendo da L’ uomo di una dimensione di Herbert Marcuse, saggio che analizza il rapporto simbiotico che si è sviluppato tra l’ essere umano e l’ evoluzione tecnologica e, a testimonianza della rivoluzione culturale del Sessantotto, verranno proiettate sequenze di «Blow-up» di Michelangelo Antonioni e saranno esposte delle fotografie di Mimmo Jodice.
Lunedì si chiude, di nuovo nella sala auditorium dell’ Internazionale con la proiezione del film «Paris Baudelaire» di Luca Bergamaschi, seguito da un dialogo con Silvio Perrella e Raffaele La Capria sul loro libro Di terra e mare e un omaggio a Pasolini. «Cercheremo di esplorare la relazione tra l’ uomo e il mare, nel suo camminare, perché si cammina anche in mare, quando si pensa», riflette Finazzer Flory: «Il festival chiede per tre giorni di prestare ascolto alla cultura e ai suoi diritti».