Riceviamo e pubblichiamo
L’amministrazione di Anacapri ricorda Raffaele La Capria, scomparso oggi a Roma alle soglie dei cento anni. Intellettuale a tutto tondo, scrittore, traduttore, sceneggiatore, ha amato profondamente Capri, “l’isola il cui nome è iscritto nel mio”, frequentandola fin dalla giovinezza e dove aveva acquistato una bellissima villa immersa nella natura, sotto il Monte Solaro.
A Capri ha dedicato il bellissimo saggio “Capri e non più Capri”, pubblicato nel 1991, un inno nostalgico all’isola del passato che egli tanto aveva amato, quella di Krupp e Fersen, Norman Douglas e Edwin Cerio e di tutti quelli che con le loro suggestioni l’avevano raccontata nel mondo, la Capri della spensieratezza e della mondanità, ma soprattutto la Capri dell’estrema bellezza che va salvaguardata. Nel 1993 gli fu assegnato ad Anacapri il Premio San Michele a cura dell’Associazione di varia Umanità che ispirandosi a La Capria organizzò anche il convegno “Capri non è più Capri?”.
“Il mondo che amammo? Era quel mondo di colori e trasparenze di cui Pissarro, Manet, Monet, con la loro luminosa soleggiata pittura en plein air, e Renoir, Degas, o Matisse affacciandosi al balcone della sua stanza, pare abbiano voluto lasciare l’ultima e meravigliosa immagine, per farci sentire più forte il dolore di averla perduta” R. La Capria
(Foto Ansa)