Fonte: Metropolis
di Marco Milano
«Verità e giustizia per Emanuele. Capri e l’Usb non dimenticano». A un anno esatto dalla tragedia del 22 luglio 2021 quando dopo la partenza dal capolinea di Marina Grande, il bus di linea dopo il primo tornante precipitò verso il vuoto, con la giovane vita di chi lo conduceva, Emanuele Melillo, spezzata troppo presto, presidio nella mattinata di ieri a Marina Grande per ricordare e chiedere di sapere cosa accadde esattamente quel giorno. La manifestazione organizzata dall’Unione Sindacale di Base ha visto il presidio ed il corteo partire dallo stazionamento degli autobus fino ad arrivare sul luogo dell’incidente. A partecipare alla giornata sono stati molti capresi, lavoratori e colleghi di Emanuele Melillo, le istituzioni, oltre ai suoi familiari, tra i quali anche la figlia. «Come fatto sin dal giorno della tragedia, l’Usb ha chiesto ai rappresentanti istituzionali presenti, tra cui i sindaci di Capri ed Anacapri si legge nella nota dell’Usb Lavoro Privato Settore Trasporti – di fare luce sulle reali cause dell’incidente individuando i responsabili e le eventuali omissioni. Al momento l’inchiesta vede indagate sette persone. La manifestazione si è conclusa con la deposizione di un mazzo di fiori e l’affissione di uno striscione sul luogo dell’incidente. I colleghi dell’Atc in servizio hanno apposto sulle divise un fiocco nero in segno di lutto. L’Usb continuerà a chiedere verità e giustizia hanno detto per Usb Lavoro Privato Settore Trasporti Marco Sansone e Adolfo Vallini – per l’ennesimo omicidio sul lavoro che sarebbe potuto (e dovuto) essere evitato se solo le istituzioni preposte fossero intervenute dopo le nostre denunce sulla mancanza di sicurezza stradale legata al trasporto di persone, ma anche di merci e bagagli. Noi non dimenticheremo!». A intervenire è stato anche da Europa Verde Francesco Emilio Borrelli. «Sono a fianco di tutti coloro che hanno voluto ricordare questa persona tanto amata e benvoluta da tutti sulla cui scomparsa ancora bisogna fare luce ha detto Borrelli – Melillo, la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi di lavoro hanno diritto ad avere giustizia. In particolare, vogliamo sapere se la strada dove è avvenuta la tragedia era sicura e a norma».