Fonte: Il Mattino
di Maria Elefante
LA PREVENZIONE Prevenire per garantire una sempre maggiore attenzione alla salute dei pazienti. La campagna di prevenzione e di sensibilizzazione per «salvare la pelle» a cura dell’ Azienda Policlinico Federico II, diretta dal 9 agosto da Anna Iervolino e che vede responsabili scientifici i professori Gabriella Fabbrocini e Mario Delfino, sabato prossimo sbarcherà sull’ isola azzurra. In campo un team di esperti con Massimiliano Scalvenzi, la stessa Gabriella Fabbrocini, Claudia Costa, Marica Annunziata, Gaia De Fata Salvatores, Tiziana Peduto, Claudio Marasca e Matteo Megna e tutta la Scuola di Specializzazione della Dermatologia federiciana che su un camper della salute opportunamente attrezzato di dermatoscopi di ultima generazione controlleranno nei e macchie scure a quanti si presenteranno presso la piazzetta di Capri (piazzale antistante la funicolare) dalle 9.30 alle 13. L’ iniziativa è possibile anche grazie all’ impegno del Comune di Capri e dell’ assessore alla Sanità Bruno D’ Orazi.
IL BILANCIO Il tour partito all’ inizio dell’ estate ha già consentito di effettuare oltre 500 visite tra Napoli e la sua provincia, permettendo di diagnosticare circa 70 lesioni sospette. «La cosa sconcertante – dice Gabriella Fabbrocini è che più del 50% dei pazienti visitati finora ha dichiarato di non aver effettuato mai un check-up dei nevi. Tutto ciò è disarmante perché ricordiamo che il melanoma cutaneo, che è un tumore molto aggressivo, se diagnosticato in tempo permette una guarigione del 100%».
«La visita dermatologica – continua Massimiliano Scalvenzi, responsabile del gruppo melanoma della Federico II – d’ altra parte è una delle visite più semplici e veloci se effettuata da centri competenti e in pochi minuti si può salvare la pelle con un semplice click demoscopico». Chi si ammala di melanoma, continua la professoressa, corre un rischio maggiore di contrarne un secondo nel corso della vita e di trasmettere questa suscettibilità ai figli, ecco perché un check-up familiare ogni due anni è buona norma per assicurarsi un salvavita». «Iniziative come queste commenta l’ assessore D’ Orazi – aiutano i capresi che spesso sono trascurati, e si trascurano, per problemi logistici».