di Luigi Lembo
Se fosse possibile mettere un quadro nell’Ufficio Tecnico del Comune di Capri, come fonte d’ispirazione ed esempio, non avrei dubbi a suggerire un’immagine di Emilio Mayer, indubbiamente il più vulcanico progettista che la storia della nostra Isola ricordi. La sua fama la si associa spesso unicamente alla progettazione di Via Krupp che da sola basterebbe a dargli lustro; si dimentica però che buona parte dello sviluppo urbano del nostro Comune verso la fine del 1800 lo si deve essenzialmente a lui.Un’interessante studio realizzato da Giuseppe Aprea e pubblicato nel 2002 racconta nel dettaglio della miriade di opere da lui ideate e realizzate. L’ingegner Mäyer era a Capri già nel 1872, quando la Provincia espropriò il fabbricato che chiudeva l’antica piazza sul lato nord e impediva l’innesto della costruenda strada rotabile per Anacapri.Grazie a lui che i Capresi, a partire dal 1873, videro trasformarsi la loro piazza da ambiente chiuso a quella che è oggi come salotto affacciato sulla bellezza del Golfo.Nel 1874 a lui la Provincia incaricò la costruzione della strada “obbligatoria” dalle Parate a Marina Grande Contemporaneamente lavorava all’ampliamento del cimitero, il cui uso era stato appena regolamentato . Nel periodo successivo aveva inoltre messo mano alla sistemazione di via Fuorlovado (che allora ricalcava l’attuale via delle Botteghe), lungo la quale era di prossima apertura la seconda, attesissima, farmacia del paese. Tra le pieghe dell’ ordinaria amministrazione Mäyer infilava anche la costruzione della rete fognaria , il “basolamento” delle attuali vie Longano, Madonna delle Grazie, Parroco Canale e Castello e la risistemazione di quella che allora si chiamava via (o corso) Tiberio, pressappoco corrispondente alle odierne vie Le Botteghe e Fuorlovado. Aveva inoltre progettato una mai realizzata stradina tra la punta di Tragara ed il sentiero che conduceva al Telegrafo e costruito una serie di baracche nel largo di Palazzo a mare in cui ospitare le famiglie di Marina Grande colpite dal colera (1892). Oltre ciò aveva ricevuto l’incarico di iniziare l’allargamento e la pavimentazione del primo tratto della futura via Roma, e di via Acquaviva. Elaborò anche un articolato ed ingegnoso sistema di approvvigionamento pluviale che prevedeva un’area collettrice sul Monte Solaro, un grande serbatoio sulla falda dell’Anginola (che era di proprietà comunale) ed una complessa rete di distribuzione. Ma quella che secondo molti fu l’opera magna di Mayer fu quanto realizzato negli anni 70 a conclusione dei principali lavori della rete stradale extraurbana. Il Comune mise mano in quegli anni al cosiddetto riatto, ossia mettere nelle condizioni di essere utilizzate le strette e fatiscenti stradine del paese. Su incarico del Consiglio Comunale, Mäyer si trovò a progettare la sistemazione di quella che prometteva diventare l’arteria viaria principale di Capri, cioè la stradina che s’innestava sotto l’arco della chiesa di S.Stefano proseguendo in discesa verso la Certosa da una parte, e la località di Tragara dall’altra. Il viottolo, che nei registri comunali era allora indicato col nome di via Tragara, nel suo primo tratto, dalla piazza alla scalinata che passava per l’Oratorio, era un vicolo stretto e maleodorante (le fogne erano allora a cielo aperto) tanto da essere indicato come La Strettola. Più avanti, appena meno angusto, procedeva in discesa; toccava prima l’albergo Pagano e poi il Quisisana, proseguendo da un lato verso la Certosa e dall’altro verso Tragara. La realizzazione dell’opera fu lunga, laboriosa e accompagnata da infinite discussioni, a conferma della complessa rete di interessi commerciali che si esprimeva all’interno del Consiglio Comunale. Nel ‘90 le polemiche non erano ancora terminate, anche perché, per l’allargamento della strada, si imponeva la demolizione di molte vecchie case lungo il corso della Strettola e c’era anche qui da procedere ad espropri e transazioni con contadini i cui fondi si trovavano nella zona oltre che alcune proprietà riconducibili alla Chiesa. Finalmente nel 1894 Mäyerpotè presentare al Consiglio il consuntivo dei lavori, ultimati per quanto riguardava il tratto fino al Quisisana ed eseguiti dall’ impresa caprese di Luigi Desiderio, il famoso Marzianiello. Com’è noto la strada fu poi intitolata al Principe Leopoldo di Hohenzollern che aveva soggiornato nell’albergo due anni prima. Ironia della sorte va ricordato al fine, come spesso accade nei rapporti con le Istituzioni, il finale burrascoso del rapporto tra Emilio Mäyer ed il Comune di Capri, con l’ingegnere costretto a rivendicare a lungo il pagamento degli onorari a lui dovuti per il progetto di costruzione del nuovo molo di Marina Grande. Aprea ricorda che il compenso gli fu poi riconosciuto e accordato solo nel 1935, quando poi, a causa della sua scomparsa, furono gli eredi a riceverlo.

















