di Luigi Lembo
Quando si parla di imperatori romani vissuti a Capri tutti menzionano Tiberio e Augusto. Pochi ricordano invece di un personaggio femminile dalla storia travagliata, anch’essa imperatrice, che morì tragicamente proprio sulla nostra Isola. Parliamo di Annia Aurelia Galeria Lucilla nata il 7 marzo dell’anno 150 e seconda figlia femmina e terza tra i figli dell’imperatore romano Marco Aurelio e di sua moglie Faustina Minore. Da giovane Lucilla venne obbligata a sposare Lucio Vero, che all’epoca regnava assieme al padre. Lucilla potè così diventare “Augusta”, un titolo che le permetteva di assistere agli eventi mondani dalla tribuna imperiale e di poter condurre una vita agiata. Dopo poco tempo però il marito morì misteriosamente durante una guerra contro i Parti, così Lucilla fu obbligata dal padre a risposarsi, questa volta con un certo Pompeiano, un generale molto amico e fedelissimo di Marco Aurelio, di trent’anni più vecchio rispetto alla ragazza. Lucilla accettò a patto di conservare il titolo di “Augusta”. La situazione però si complicò per l’ambiziosa donna perché, alla morte di Marco Aurelio, il nuovo imperatore divenne suo fratello Commodo, che si sposò con Crispina, una donna che non suscitava le sue simpatie, soprattutto perchè rappresentava quello che lei era stata e non poteva più diventare, ovvero la moglie dell’imperatore. Quando Crispina rimase incinta Lucilla capì che nessuno dei suoi figli avrebbe ottenuto il titolo imperale, così si unì a una congiura che era stata organizzata dal Senato, il quale non amava i rapporti amichevoli che il nuovo imperatore aveva stretto con le popolazioni orientali. La congiura però venne sventata, i responsabili condannati a morte e Lucilla confinata nell’isola di Capri, dopo essere stata condannata alla “Damnatio memoriae”, ovvero alla cancellazione di tutte le sue immagini pubbliche, con lo scopo di cancellare ai posteri il suo ricordo. Una volta sull’isola, però, temendo che la sorella potesse ordire altre trame contro di lui, Commodo diede ordine di ucciderla. Se questo avvenne realmente la storia non ne parla con certezza. Probabilmente fece la fine cruenta dei personaggi imbarazzanti e scomodi dei quali era meglio liberarsi con discrezione. Milleseicento anni dopo, nel 1810, quando l’esercito francese, guidato da Gioacchino Murat, si avventò su Capri, saccheggiò la Chiesa di San Costanzo a Marina Grande. Vi trovò un sarcofago romano: dentro, uno scheletro avvolto in vesti d’oro e d’argento, adornato con gioielli, uno scettro con tre cerchi d’oro e, in bocca, un aureo d’oro di Vespasiano (obolo per Caronte traghettatore dello Stige). Il sarcofago fu considerato quello della cognata Bruttia Crispina ma c’era chi sosteneva che fosse proprio quello di Lucilla. Cento anni più tardi, esso riapparve nel giardino dell’Hotel Grotte Bleue che venne poi frazionato in appartamenti negli anni ’70. Il sarcofago fu poi collocato sul terrazzo di una casa privata dove giace tuttora in uno stato di totale abbandono. Tra le funzioni che di recente gli sono state assegnate, anche quello di fioriera, circondata da piante di pomodorini e melanzane. Tutte le guide di Capri, sia italiane che straniere, riportano l’esistenza di questa tomba, la cui localizzazione per gli ignari turisti rimane un mistero. La BBC ha realizzato nel settembre 2013 un documentario sulle vicende dell’imperatore Caligola a Capri, chiedendo anche di poter vedere la tomba dell’imperatrice. Nel frattempo resta solo Il ricordo romanzato dell’imperatrice nel racconto cinematografico: Lucilla è interpretata da Sophia Loren nel film La caduta dell’impero romano e da Connie Nielsen nel film Il Gladiatore.



















