di Luigi Lembo
Parlare di militari dediti unicamente a servizi di pace, come la funzionalità del territorio , alle previsioni meteo e al controllo del traffico areo civile è più che mai opportuno in preoccupanti momenti come quelli che stiamo vivendo con venti di guerra alle porte di casa. Parliamo di un luogo, che ha dato tra l’altro il nome ad un’intera collina su cui sorge, la cui funzione e la cui struttura è rimasta nel tempo forse sconosciuta ai più. Parliamo della costruzione chiamata Semaforo, posta alle pendici del Monte Tuoro, che troneggia al vertice di ogni immagine, di ogni tempo, che raffigura l’area collinare a monte dei Faraglioni. L’edificio in questione nasce come Semaforo marittimo e viene realizzato insieme ad altri dalla Regia Marina tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Nel 1890 risultavano infatti nel Regno d’Italia ben 63 semafori marittimi. La struttura caprese iniziò ufficialmente le sue osservazioni nel 1871 Rispetto al faro tradizionale, che generalmente ha solo la funzione di illuminazione notturna di un tratto costiero, i semafori marittimi svolgevano invece numerose altre funzioni, con caratteristiche comuni indipendentemente dalla loro posizione. Erano però tenuti a rispettare alcuni canoni , come l’ubicazione in posizione rialzata rispetto al litorale per essere ben visibile ai natanti in transito nel corrispondente tratto marino; dovevano fungere da osservatorio meteorologico per la registrazione e la trasmissione dei dati rilevati per l’assistenza alla navigazione; essere muniti di apparecchi di ricezione e di trasmissione di tipo radiofonico e telegrafico per consentire le comunicazioni con i natanti e con altre infrastrutture semaforiche; essere dotati di fanali per l’illuminazione notturna del luogo di ubicazione e del corrispondente tratto costiero. Nel corso dei conflitti bellici tali infrastrutture venivano inoltre dotate di aerofono per l’identificazione di velivoli, oltre ad essere adibite a postazione difensive con artiglieria antiaerea e antinavale, cosa che però, nel caso di Capri, rimase solo sulla carta. Nel corso della seconda metà del Novecento iniziò la graduale dismissione di varie infrastrutture semaforiche, visto il miglioramento delle tecnologie per le comunicazioni marittime che consentiva il reperimento di informazioni utili alla navigazione marittima attraverso altre modalità. Nel 1954 l’ Aereonautica Militare acquisisce la struttura e comincia le sue rilevazioni sull’Isola di Capri, presso il teleposto del Semaforo. La stazione resta attiva fino al 1977, fornendo così una serie di dati lunga 24 anni che, sia pur mancante di 6 anni ( infatti le medie climatologiche debbono avere 30 anni di osservazioni continue per poter essere definite tali), contribuisce senza dubbio ad avere una serie storica valida e affidabile. Nel 1980 la stazione viene definitivamente dismessa e spostata presso diversa ubicazione ed altitudine, presso l’eliporto Damecuta. Dal primo Marzo 1985 la stazione riprende i suoi rilevamenti presso la stazione nei pressi dell’ Eliporto civile, dove appunto continua tutt’ora a trasmettere dati 24 ore su 24. Attualmente, oltre a rilevare i dati relativi a temperatura, precipitazioni, pressione atmosferica, umidità relativa, direzione e velocità del vento, la stazione è collegata ad una boa situata nell’antistante settore est del Mar Tirreno centrale, grazie alla quale è possibile osservare lo stato del mare, l’altezza dell’onda marina, la direzione dell’onda stessa, oltre alla lunghezza e all’altezza dell’onda morta (onda non più soggetta all’azione diretta del vento).


















