di Luigi Lembo
”Racconta bene il tuo villaggio e racconterai il mondo”, diceva Andrea Camilleri; ed è forse questa una profonda verità che nasce dal presupposto che non è solo importante far la storia ma di saperla raccontare. E’ il caso di Vincenzino, uno scugnizzo come tanti nato a Furore, sulla Costiera Amalfitana, che all’età di appena quindici anni viene a Capri a cercar fortuna. La sua storia è raccontata in un libro pressochè introvabile dal titolo “Un’americana a Capri”, di Rosario Messone . Vincenzo Fusco arriva a Capri nei primi anni 50 e trova lavoro come cameriere presso Villa Fortino, una sontuosa residenza di proprietà di Mona Strader, affascinante icona della moda e filantropa statunitense, ed Eddie, un “decoratore d’interni” di genere aristocratico e figlio di Herbert von Bismarck e nipote del cancelliere tedesco Otto von Bismarck. Il suo sorriso, la sua disponibilità e il suo “savoir faire” ne fanno in breve tempo uno dei collaboratori più graditi della casa, soprattutto per la capacità di accontentare i vezzi più astrusi dei suoi datori di lavoro. Mona Bismark, in particolare, che era già al suo quarto matrimonio era stata nominata nel 1933 “The Best Dressed Woman in the World”. La sua eleganza, ma soprattutto la sua bellezza, riteneva nascesse unicamente dal fatto che lei faceva il bagno con l’acqua piovana, convinta che fosse questo il segreto per mantener giovane la pelle. Così il povero Vincenzino, quando non bastava l’acqua della piccola cisterna, era costretto a montare per la sua padrona varie tinozze sul tetto e nel giardino della villa sperando che piovesse per accontentar le sue esigenze. Per arrotondare il suo stipendio Vincenzino poi si dava da fare già dall’alba: armato di una grande cesta di vimini, distribuiva il pane per conto dei Buonocore, ai signori delle ville capresi. Ma la sua prerogativa era quella di annotare su un piccolo quaderno tutto quello che avveniva nel corso della sua esperienza caprese. Gli piaceva soprattutto prender nota dei personaggi che giravano intorno alla sua padrona, appuntarsi abitudini, racconti, confidenze.. E di personaggi noti in villa certo non mancavano: da Onassis alla Callas, ai Ciano, ai Savoia; artisti, vip, nobili e coronati di vari ordini e grado. Il giovane cameriere era colpito in particolare dagli “stili di vita” non solo dei “ricchi sfondati” ma anche del contorno di fotografi e attrici che giravano loro intorno e che non nascondevano diversità e disinvolture. Dai loro pensieri e dai loro atteggiamenti si era fatto propria una sua filosofia legata al territorio; diceva spesso: “Il sole di Capri scarfa pure u chiu’ fesso” a significare come la capacità dell’Isola sia quella di redistribuire sole, mare, cultura e ricchezze. Il ragazzo semplice della costiera osservava e annotava. La sua discrezione era comunque massima. Alcuni fatti però lo colpirono in modo particolare , come quello più volte mormorato attorno alla figura di Malaparte, anche lui tra i frequentatori della villa. Un episodio storico, la morte di una giovane poetessa inglese, Pamela Reynolds, figlia di un ricco e famoso avvocato inglese, William, che precipitata a 20 anni il 27 maggio 1935 da una scogliera in uno dei punti più panoramici di Capri dove si trova il fortino di Orrico. Incidente o suicidio? Dopo tante ipotesi e polemiche, il mistero credette di risolverlo la polizia fascista, attribuendo la responsabilità dell’omicidio a Malaparte, che dovette fuggire all’estero ma la versione che ne dà Vincenzino è sicuramente meno colpevolista nei riguardi dell’autore della “Pelle”. Vincenzino lavorò con la Bismark fino alla fine degli anni 60 poi decise di andar via. Un giorno passò per la villa anche un giovane Giulio Andreotti: a lui Vincenzino si va a presentare a Roma, finita la favola con i Bismark a Capri. Il Presidente, ricordando quelle referenze, lo assunse subito diventando così il giovane uno dei più fidati collaboratori del Divino Giulio. Fu così che, dai salotti glamour della Capri della Dolce Vita, Vincenzino passa a quelli più complessi della politica italiana, ma anche qui continua il suo racconto: annota, annota, annota la sua infinita e preziosa storia….